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L’impegno della scuola

Zelarino (Ve) • 26 ottobre 2014

È tempo di affrontare tale crisi antropologica con la proposta di un umanesimo profondamente radicato nell’orizzonte di una visione cristiana dell’uomo, della sua origine creaturale e della sua destinazione finale, ricavata dal messaggio biblico e dalla tradizione ecclesiale, e per questo capace di dialogare col mondo. Tale relazione non può prescindere dai linguaggi dell’oggi, compreso quello della tecnica e della comunicazione sociale, ma li integra con quelli dell’arte, della bellezza e della liturgia. Perché questo dialogo con il mondo sia possibile dobbiamo affrontare insieme quella che gli orientamenti pastorali definiscono una vera e propria ‘emergenza educativa’, “il cui punto cruciale sta nel superamento di quella falsa idea di autonomia che induce l’uomo a concepirsi come un ‘io’ completo in se stesso, laddove , invece, egli diventa ‘io’ nella relazione con il ‘tu’ e con il ‘noi’ (Educare alla vita buona del vangelo, 6). Prepararsi al Convegno Ecclesiale di Firenze può rappresentare per le chiese che sono in Italia l’occasione propizia di ripensare lo stile peculiare con cui interpretare e vivere l’umanesimo nell’epoca della scienza, della tecnica e della comunicazione. La speranza è di rintracciare strade che conducano tutti a convergere in Gesù Cristo , che è il fulcro del ‘nuovo umanesimo’; della sua ‘nascita’ dentro la storia comune degli uomini noi cristiani siamo consapevoli e convinti ‘testimoni’ (GS 55). Questa fede ci rende capaci di dialogare con il mondo, facendoci promotori di incontro fra i popoli, le culture, le religioni. Come ha scritto papa Francesco, ‘il credente non è arrogante; al contraro, la verità lo fa umile, sapendo che, più che possederla noi, è essa che ci abbraccia e ci possiede. Lungi dall’irrigidirci, la sicurezza della fede ci mette in cammino e rende possibile la strada del dialogo con tutti”.