dal territorio

Scatti sull’umano

dalla sezione ospedaliera della scuola Toniolo • Pisa

Norbert Trudinger è un ragazzo speciale nato 13 anni fa a Lido di Camaiore, in Versilia, da mamma thailandese e papà svizzero. Da un anno è in cura al reparto di Pediatria oncologica dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa. Ospedale che raggiunge ogni mattina dal residence l’Isola dei girasoli messo a disposizione della famiglia dall’associazione Agbalt. Ama lo sport – il calcio in particolare (è tifoso del Milan) – e la musica. Ascolta spesso «Essere umani», il brano di Marco Mengoni, per mesi uno dei più trasmessi dalle radio italiane. Così quando la sua prof di religione, Benedetta Castellini, in servizio (anche) nella sezione ospedaliera dell’Istituto comprensivo Giuseppe Toniolo di Pisa, gli ha proposto di partecipare al progetto Cei per le scuole #EssereUmani in vista del Convegno di Firenze, Norbert ha accettato di buon grado. E con la sua fotocamera digitale ha immortalato il cielo, le nubi, le ombre, gli alberi, le piante e una miriade di oggetti che fanno parte del suo – e del nostro – quotidiano. Flash che spesso diamo per scontati, ma che per Norbert scontati non sono. «Senza tutte queste cose – ci racconta Norbert Trudinger – la vita dell’uomo sarebbe decisamente più povera, più noiosa». 

Norbert Trudinger«A ogni immagine selezionata – spiega Benedetta Castellini – abbiamo associato un’idea: l’arcobaleno è diventato così l’icona dei ‘colori dell’umano’, le altalene ‘l’attesa dell’umano’, le nubi fotografate in una giornata di vento ‘il viaggio dell’umano’, il pallone da calcio ‘il divertimento umano’ ». Ogni scatto, insomma, si è trasformato in un’allegoria. «Ha fatto quasi tutto da solo», dice la professoressa di religione, di fronte a mamma Sunan, orgogliosa di tanta voglia di vivere che Norbert sprigiona, ogni giorno.«Mi ha ispirato fotografare – ha scritto Norbert (nella foto) – la natura e le cose che ci circondano per il tema #essereumani perché credo che senza natura, senza le cose essenziali della vita noi esseri umani non potremmo esistere. Non c’è felicità né allegria, cose che rendono la vita degna di essere vissuta, senza l’essenziale. Ho fotografato ad esempio i giochi senza i quali la vita dei ragazzi non sarebbe bella; un aereo che ci ricorda che l’uomo è fatto anche per viaggiare, scoprire nuove terre, fare amicizia; i dadi che servono sì per giocare, ma anche in qualche modo sono metafora delle infinite possibilità del nostro futuro e della nostra sorte. Quindi volevo fare qualcosa di diverso cercando di descrivere le cose essenziali della vita, che poi alla fine come dice il Piccolo Principe “sono invisibili agli occhi”: quello che si vede nello scatto non è che un piccolo riflesso di tutto l’invisibile agli occhi che c’è dietro ogni foto».

Andrea Bernardini
da Avvenire, 18 ottobre 2015

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