A #Firenze2015 per…
Voce ai delegati
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Vado «A #Firenze2015 per…». A completare la frase sono chiamati i 2.500 delegati che il 9 novembre raggiungeranno il capoluogo toscano da tutta la Penisola per il 5° Convegno ecclesiale nazionale. L’obiettivo è far emergere e condividere aspettative, intenzioni, speranze, preoccupazioni di quanti sono stati scelti dalle diocesi per rappresentare tutta la Chiesa italiana. I delegati possono liberamente rispondere con un tweet, un video-selfie o un post, pubblicati sui propri profili personali di Facebook, Twitter e YouTube (o di tutti gli altri social network) includendo la tag #Firenze2015, oppure inviando la risposta alla redazione tramite posta elettronica (redazione@firenze2015.it), assieme all’indicazione della diocesi/associazione rappresentata e a una fotografia.
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Vado a Firenze con speranza fiduciosa e qualche timore. Il progetto pastorale della Chiesa italiana per il decennio 2010-2020 ha identificato l’emergenza educativa come problema grave del nostro tempo: il formarsi di una mentalità individualista rischia di rendere le persone indifferenti verso i problemi e le difficoltà di chi ci vive accanto e la cultura materialista e permeata dalle possibilità della tecnologia rischia di rinchiudere nella sfera privata la vita di fede e impedire l’impegno comunitario di testimonianza del Vangelo come elemento di “vita buona” anche nella dimensione sociale. Il Convegno ha identificato cinque verbi per concretizzare il lavoro. La mia speranza è che la discussione sia all’altezza delle sfide attuali, e dia indicazioni praticabili per “uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare”. Il mondo moderno ha bisogno di rimettere al centro dell’attenzione l’uomo, c’è bisogno di riaffermare che la persona umana è il valore preminente rispetto ad ogni altro, e il Vangelo ci rende consapevoli che ciò è possibile solo centrando la propria esistenza sulla persona di Gesù e sulla sua Parola. Proprio come sottolinea il titolo del Convegno. Il timore è che la riflessione dei partecipanti si concentri soprattutto sulle modalità “abituali” della propria esperienza di fede e su una lettura dei fenomeni sociali concentrata sulle emergenze più evidenti, trascurando quelle più profonde e determinanti. La crescita delle disuguaglianze sociali e il progressivo aumento della povertà nel nostro Paese sono causate da vere e proprie “strutture di peccato” di dimensione mondiale, come le chiamava Giovanni Paolo II nella enciclica Centesimus Annus. Papa Benedetto XVI e Papa Francesco indicano tali strutture nella prevalenza di una organizzazione economica basata sulla finanza invece che sul lavoro e sulla produzione, e sui molteplici usi distorti delle potenzialità tecnologiche, soprattutto quando permettono di manipolare la vita umana. La diffusione delle reti informatiche, che producono nuove forme di comunicazione e luoghi virtuali di relazione tra le persone, è un altro ambito da indagare per comprenderne l’influenza sulla costruzione di una cultura omologata a quello che sinteticamente il Papa chiama “pensiero unico”.
Io credo che non sia possibile oggi proporre un umanesimo cristiano “nuovo” senza tener conto del contesto culturale e sociale in cui viviamo.
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Vado a Firenze soprattutto per fare un’esperienza di Chiesa Universale!
Il mio impegno (ma anche il nostro, di famiglia e di coppia) in parrocchia e in diocesi, come catechista, equipiers (End) sarà letto sotto una nuova luce ed io avrò una grande occasione per vivere insieme a tutta la Chiesa italiana questo momento importante.
Il convegno di Firenze vivrà sicuramente in sintonia con il Sinodo sulla famiglia appena conclusosi e con l’anno della Misericordia che comincerà a breve.
Infine, la mia attività professionale (sono uno psicologo psicoterapeuta che lavora in un Centro di salute Mentale!) troverà delle risposte alle mille domande che le persone mi pongono alla ricerca di un vero benessere e nel tentativo di alleviare le proprie sofferenze.
Vito Chiffi
Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca
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Vado a #Firenze2015 per dire a Gesù che CI SONO e per tutti i giovani della Diocesi di Patti che, come me, vogliono essere veri e, sempre nuovi, CRISTIANI!
Alessandra Vittoria Franchina
Diocesi di Patti
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Vado a Firenze con la consapevolezza che il tempo è sfidante ma meraviglioso per il dono del Vangelo e del Pontificato di Francesco. Ed è per questo che a tutti è richiesto un supplemento d’impegno e un supplemento d’intelligenza per capire i segni dei tempi riposizionandoci nelle linee dell’Enciclica Laudato si’.
Francesco Garofalo (Icra)
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Vado a Firenze con molta speranza e fiducia per condividere la ricerca di un cammino di chiesa che vuole essere immersa nella storia e nelle vicende dell’uomo e della donna di oggi. Con gli altri cercare collegialmente delle strade concrete perché, nella ferialità, ognuno col suo carisma, con lo specifico della propria vocazione e in qualsiasi condizioni si trovi, possa dare il suo contributo perché ln Cristo si costruisca un uomo e una donna nuovi e insieme realizzare il bene comune.
Sr. Maria Luisa Gatto
Diocesi di Orvieto-Todi
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#FIRENZE2015 PER…
SENTIRE PULSARE IL CUORE DELLA CHIESA
VIVERE CON LA CHIESA
GENERARE CON LA CHIESA
Suor Angela Cannone
Diocesi di Andria
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Per me educare significa portare a compimento i semi, le potenzialità presenti in ogni bambino. È troppo facile lavorare in una bella classe, tra ragazzi bene impostati, portare avanti senza intoppi gli obiettivi fissati prima ancora di abitare la classe, conoscere ed entrare in relazione con le persone. Nella mia esperienza ho sempre incontrato alunni che cercavano insegnanti disponibili e capaci di dare risposte credibili ai loro bisogni esistenziali. L’organizzazione nella scuola non sempre coincide con l’attenzione alle persone!
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Sentire lo Spirito Santo soffiare con forza sulla santa Chiesa perche’ non si lasci fermare da cio’ che l’uomo, anche di Chiesa, puo’ dire e far di male se si lascia ingannare dal diavolo.
UNITI IN GESU’ CRISTO!
In ascolto di Lui che ci ridira’ come essere Uomini per essere capaci di un nuovo annuncio della Buona Novella che e’ e rimane eterna!
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Vado a Firenze perché “una Chiesa povera per i poveri” non è un’utopia come molti mi stanno ripetendo in questi giorni a seguito dei recenti fatti di cronaca. Può diventare realtà se viviviamo ciò che professiamo. Mi aspetto sia un momento di condivisione di concretezza, non solo di parole e documenti. Spero che il prima, il durante e il dopo convegno serva a “scuotere” e rimotivare molti al proprio rapporto con Dio generando percorsi autentici di fede comunitaria. Solo una fede autentica, infatti, può dare il coraggio di incarnare il Vangelo, facendo ritrovare il gusto di fare per l’altro e con l’altro.
Giuseppina Russo
Diocesi di Rossano-Cariati
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Siamo chiamati ad essere dei predicatori 2.0 della Gioia del Vangelo nelle connessioni della quotidianità integrata ed integrante della società contemporanea.
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La nuova evangelizzazione aspetta uomini e donne coraggiose che portino il Vangelo in ogni angolo della terra e in ogni ambito dell’umano. @vangeloinstrada
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A Firenze per… essere nella Chiesa e con la Chiesa per il mondo! Un’esperienza unica ed eccezionale, per ciascuno di noi!
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Pronta, prontissima, anzi PRONTISSIMI! Eh sì, perché a partecipare a questo meraviglioso evento saremo in 2: io e il mio piccolino che è nella pancia!
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Vado a Firenze con il desiderio di fare esperienza di umanità spirituali e di spiritualità umane!
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A Firenze, anche se l’attenzione in questo periodo è rivolta ad altri eventi della Chiesa, sarà importante esserci, perché non dobbiamo smettere di ‘convenire’, di ritrovarci, di curare quei rapporti che ci tengono uniti e ci fanno camminare assieme. La speranza è che da Firenze portiamo a casa quei cinque verbi, cinque azioni, declinati in proposte concrete che sappiano tracciare un cammino per il futuro.
don Giordano Goccini
Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla
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L’aspettativa più grande dei delegati verso questo convegno è che inneschi un processo di condivisone, un processo sinodale, che sulla base del risultato dei lavori di Firenze riesca a incidere sulla comunità cristiana. E il metodo utilizzato in questi due anni, caratterizzato da molto ascolto, offre buone possibilità di ottenere risultati concreti.
Pierino Martinelli
Delegato del Triveneto
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La preparazione al Convegno di Firenze ci ha visti coinvolti in questo lavoro ‘sinodale’ in cui tutti hanno potuto intervenire e tutto è stato preso in considerazione. Ha preso forma concreta la Chiesadel Concilio. È stato un cammino che ha avuto anche cambi di direzione ma che alla fine ha preso la via giusta. Mi aspetto che il Papa in qualche modo con le sue parole dia sostanza a questo stile che abbiamo sperimentato e che nel Triveneto avevamo vissuto anche con il convegno ‘Aquileia 2’.
Marialetizia Milanese
Patriarcato di Venezia
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La sfida più grande sarà quella di far arrivare i contenuti del convegno nelle comunità parrocchiali. Questo dipenderà molto anche dai nostri pastori. Firenze sarà anche il luogo per ‘sognare’ un progetto importante, anche se da un convegno non si possono pretendere grandi cambiamenti perché le cose si costruiranno poi nel tempo nella quotidianità».
Maria Chiara Pallanti, Firenze
Fondazione Missio
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La speranza è che Firenze ci aiuti a promuovere un nuovo atteggiamento interiore nei confronti del mondo e che aiuti a diffondere quell’umanesimo incarnato che ci spinge a guardare agli uomini come Cristo li guarda e si interessa a loro, a tutti, senza distinzione.
Marisa Parato, Bari
Conferenza italiana degli istituti secolari
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Da un lato abbiamo avviato una fitta rete di contatti con il mondo giovanile attraverso le scuole, dall’altro il cammino verso Firenze ci ha permesso di valorizzare tutte le realtà diocesane che già operano a favore dell’umano. I lavori del convegno saranno un’ottima risorsa per proseguire questo impegno. In regione, ad esempio, si sta già pensando di costituire un’équipe che continui a lavorare sul tema dell’umanesimo».
Maria Rita Quartu
Arcidiocesi di Oristano
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Firenze 2015 offrirà un’occasione di ascolto e di incontro tra esperienze diocesane, che ci aiuteranno a rendere concreto il tema dell’umanesimo di fronte alle continue sfide e provocazioni che vengono dalla concretezza della vita delle persone. Un punto nevralgico sarà la comprensione di cosa significa annunciare Gesù oggi e accogliere l’umanità con le sue attese e le sue fatiche.
Federico Nanni
Diocesi di San Marino-Montefeltro
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Spero che il percorso compiuto fin qui non si risolva in nulla o in semplici documenti ma possa continuare nella vita quotidiana delle comunità locali. D’altra parte abbiamo finora raccolto l’esigenza forte di cambiare stile, di coltivare il coraggio di continuare a entrare in relazione con l’uomo di oggi, con il territorio, anche con chi è lontano dalla Chiesa, in un clima di dialogo: questo significa tornare a essere missionari.
Valerio Landri
Delegato regionale della Sicilia
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Vado a #Firenze2015 per…dare un piccolo contributo al clima di speranza e di fiducia attorno all’uomo e a questo tempo perché sia abitato dalla fiducia che viene dal Gesù, il più bello tra i figli dell’uomo.
Giacomo D’Onofrio
Diocesi di Grosseto