rassegna stampa

Francesco in tre parole: dialogo, innovazione ed eticità profonda

di Lorella Pellis

“Umanesimo è una parola assai significativa e, come sappiamo, dalle tante valenze. Ma non si può certo dimenticare la radice del termine e il riferimento costante all’uomo presente nell’umanesimo stesso, riferimento che Papa Francesco, a ragione, sottolinea sempre”. Nicoletta Maraschio, linguista, presidente onoraria dell’Accademia della Crusca (è stata la prima donna alla guida dell’Accademia della Crusca, della quale è stata presidente dal 2008 al 2014) e professoressa onoraria dell’Università di Firenze, ammira molto Papa Francesco. “Fin da subito – sottolinea – mi sembra che il Santo Padre abbia introdotto molti elementi di novità sia nella comunicazione che nel suo rapporto con i fedeli e i non fedeli. Il modo informale con cui si rivolge alle persone è sicuramente dettato da un volere diminuire le distanze e quindi far vedere la Chiesa come qualcosa che appartiene veramente a tutti.

Inoltre il suo riferimento a questioni di tipo sociale come il lavoro, la povertà, il precariato dimostrano come sia una persona profondamente sensibile di fronte ai tanti problemi che tutti ultimamente stiamo vivendo”.
Anche il linguaggio di papa Francesco è caratterizzato da un umanesimo che vuole raggiungere le persone. “Colpisce l’immediatezza, la colloquialità che però non rinuncia alla profondità. Tutt’altro che una banalizzazione, quindi. E poi, nonostante si senta la sua provenienza ispanica, si ha una conferma della sua volontà di parlare in italiano e non soltanto quando è da noi ma in molte altre occasioni.

Quello di Papa Francesco è un italiano che contiene elementi dotti e terminologia tecnico-scientifica, però il modo di porgere i discorsi e il modo di scherzare, ironizzare su alcune cose è tutto in funzione di un avvicinamento al proprio interlocutore, teso a diminuire le distanze e ad essere comprensibile a tutti”. L’ex presidente dell’Accademia della Crusca osserva anche come il suo essere venuto a Firenze andando alla mensa dei poveri, oltre ad avere ammirato le bellezze di questa città, sta a dimostrare che la bellezza deve essere al servizio di tutti. Il tutto in una concezione dell’umanesimo che valorizzi tutti gli uomini nella loro realtà. Non a caso Francesco, parlando ai convegnisti, ha sottolineato come a Firenze questa parola storicamente non sia stata mai disgiunta dalla carità, come prova la storia dell’assistenza ospedaliera e delle Misericordie.  Ma se infine dovesse sintetizzare in tre parole le caratteristiche di Papa Francesco, quali sceglierebbe l’esperta di parole Nicoletta Maraschio? “Per me le tre parole che caratterizzano la figura di questo Papa – risponde – sono dialogo, innovazione ed eticità profonda”. Cioè non limitata, per l’appunto, alle sole parole.

Fonte: SIR – Servizio Informazione Religiosa (11 novembre 2015)

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