rassegna stampa

«Scelte politiche a favore di tutti» 

di Maria Chiara Gamba

«Le trasformazioni e i cambiamenti di oggi sono sfide da affrontare con il dialogo tenendo come paradigma l’umanesimo di Gesù». Un messaggio impegnativo quello lasciato da meditare al mondo politico e amministrativo cremonese da parte di monsignor Dante Lafranconi, ammini-stratore apostolico della diocesi fino al 30 gennaio, quando subentrerà mons. Antonio Napolioni. Domenica mattina infatti si è tenuto il tradizionale incontro natalizio con gli amministratori (in prima fila il sindaco) e il vescovo non ha mancato di offrire una chiave di lettura, pur non entrando nel merito, delle questioni oggi alla ribalta: dalle biotecnologie, all’immigrazione, dall’ecologia alla famiglia. «Viviamo in un mondo che cambia – ha chiarito – davanti al quale non dobbiamo vedere problemi ma opportunità». Opportunità di camminare insieme senza scontri tra opposizioni e maggioranze puntando al Bene comune. Tenendo come punto di riferimento l’umanesimo di Cristo affrontato dal Papa nel convegno di Firenze. Un umanesimo di cui mons. Lafranconi ha ripercorso le caratteristiche, umiltà, disinteresse, beatitudine, presentandone le ricadute sociali. Ricordando sempre che «Gesù è modello ma anche criterio di giudizio». Se quindi è questo nuovo umanesimo l’ottica da adottare, per prima cosa «bisogna pensare ed agire tenendo conto della fondamentale dignità dell’uomo». E su questo il presule ritorna più volte, perché «nessun uomo può essere considerato materiale di scarto». Perché le scelte che un politico compie ogni giorno debbono essere a favore di tutti e non debbono dimenticare nessuno. Ma esiste una seconda ricaduta a livello sociale dell’umanesimo ed è rammentare che «ognuno fa il volto della società in cui vive». Come a dire che ciascuno si deve impegnare per vivificare la società con l’esempio e i valori cristiani. Non è solo un compito di chi è stato eletto. La politica è una responsabilità condivisa. Le questioni su cui la società si dibatte e la politica legifera attendono dunque il contributo di ciascuno e si possono «affrontare insieme» solo tenendo davvero conto della dignità umana.

da Avvenire, 1 dicembre 2015

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