#FIRENZE2015lab, rassegna stampa

L’uomo tra Oriente e Occidente

Le relazioni della terza giornata

di Maria Rita Valli

Sabato 9 maggio si è tenuta l’ultima sessione del Laboratorio nazionale Dalla solidarietà alla fraternità: identità, estraneità e relazioni per un nuovo umanesimo, dedicata a «Dialogo: l’uomo, tra Oriente e Occidente». La sessione è stata moderata dal teologo Simone Morandini dell’Istituto di studi ecumenici ‘San Bernardino’ di Venezia, che ha introdotto gli interventi di Massimo Raveri, dell’Università Ca’ Foscati di Venezia, Svamini Hamsananda Giri, dell’Unione Induista Italiana e di Osvaldo Santi, dell’Unione Buddista Italiana. «Nella loro radicale alterità, le religioni orientali sfidano la crisi dell’Occidente», ha detto Raveri, che si è soffermato sul buddismo giapponese, per il quale «il mio io non ha alcuna consistenza ontologica». «Alla fine dello svuotamento interiore, che per il cristianesimo è la kenosi, c’è la relazione con Dio, mentre nel buddismo c’è l’illuminazione del vuoto». «È un errore considerare l’induismo politeista». A spiegarlo, è stata Hamsananda Giri, monaca induista, che ha ricordato come l’induismo sia «una religione poliedrica, una filosofia di vita per cui nessuna verità è esclusa, ma viene accettata come tale». Osvaldo Santi ha sottolineato la dimensione dell’ascolto e della ricerca. «Dialogare vuol dire crescere di più nella propria spiritualità».

A margine della sessione ha portato la propria testimonianza Ambrogio Pisoni, delegato dell’Arcidiocesi di Milano per il dialogo con le religioni orientali.

[Foto Siciliani]

da Avvenire, 10 maggio 2015

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