Verso il Convegno di Firenze
da La Civiltà Cattolica
In questo contributo apparso su La Civiltà Cattolica, padre GianPaolo Salvini, S.I. presenta il Convegno Ecclesiale di Firenze e sintetizza i passi fondamentali della Traccia.
«Quelle che abbiamo presentato sono le idee portanti di un testo di lavoro, comunque lo si voglia chiamare, che, più che studiato, va letto e dibattuto comunitariamente per un cammino di discernimento verso Firenze. … Il documento suggerisce di ritornare alla concezione del Vaticano II, ripresa da tutti i Papi che si sono succeduti da allora, e cioè che solo comprendendo il nostro rapporto con Dio si può comprendere anche chi è veramente l’uomo. L’uomo è essenzialmente un essere in relazione, sia con Dio sia con i suoi simili, e le due relazioni sono strettamente tra loro. Se prescinde da questa relazione, l’uomo diventa un essere incomprensibile. … Si tratta di alzare lo sguardo al Dio creatore e redentore, che si è impegnato a fondo con l’umanità e che con l’Incarnazione e la Redenzione ha dimostrato che il suo impegno con l’umanità è guidato da un amore senza limiti. La speranza che ci comunica è la speranza di Dio, da rendere visibile testimoniandola agli uomini e alle donne di oggi».
GianPaolo Salvini, S.I., Verso il Convegno Ecclesiale di Firenze, © La Civiltà Cattolica 2015 II 484-492 | 3959 (13 giugno 2015)
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Vi ricordo quel che si diceva a Verona 2006 :
\”Verona 2006. La Chiesa non si segnala solo per la politica del buon samaritano, ma anche per una capacità di proposta pubblica sulle questioni più decisive del nostro tempo, quali il gusto per la verità, la centralità della famiglia, la promozione della vita umana, l\’attenzione agli ultimi, la giustizia e la pace, la convivenza tra le culture e religioni diverse…
In una società sempre più plurale, i cattolici sono convinti di avere risorse di senso capaci di alimentare un\’idea alta di convivenza umana.
L\’anima più sociale del cattolicesimo italiano sembra avere maggiori difficoltà a interpretare questa stagione ecclesiale, un po\’ perché non é facile tradurre nell\’impegno storico la svolta identitaria della Chiesa italiana, un po\’ per la carenza di una leadership laicale ed ecclesiale che aggiorni e renda più efficace questo tipo di impegno.
La convergenza tra queste due sensibilità ecclesiali può essere forse il compito che attende il cattolicesimo italiano dopo Verona\”. F.G. La Stampa 23/10/2006