rassegna stampa

Ha vinto la semplicità della Chiesa in uscita di Papa Francesco

di M. Michela Nicolais

Intervista ai vincitori del concorso “Un logo per Firenze 2015”

Zeno sei anni fa faceva l’architetto e il designer di mobili, Andrea per dieci anni ha fatto il “freelance” in una agenzia di sviluppo software, Francesco era un “account” in una grossa agenzia commerciale. Da settembre, hanno dato vita a Firenze ad una “farm” creativa, “Borgoognissantitre”: ora Zeno fa il grafico, Andrea si occupa di “crossmedialità” sul web e Francesco pensa ai rapporti con i clienti. Sono Zeno Pacciani, Andrea Tasso eFrancesco Minari – il più giovane 37, il più vecchio 41 anni – i vincitori del concorso per il simbolo del Convegno ecclesiale di Firenze 2015. Hanno sbaragliato con il loro Logo oltre 200 concorrenti, sottoponendosi – per la prima volta nella storia di un Cen – al giudizio dei “like” degli internauti. Partendo – ci racconta Zeno Pacciani – da un’idea semplice, e dalla convinzione che “insieme è meglio”. “Ci interessava partecipare”, spiega Zeno: “Aver vinto un premio per un evento così importante, per la città di Firenze e per la Chiesa, da fiorentini ci riempie di orgoglio”.

Com’è nata l’idea di partecipare al concorso?

“Per caso. Avevamo saputo che c’era il bando, e abbiamo deciso di partecipare. La nostra agenzia creativa, che a gennaio diventerà anche formalmente una società, era appena nata: abbiamo cominciato a settembre, e quella del concorso poteva essere una opportunità, visto che tutti e tre a vari livelli ci occupiamo di comunicazione. Come succede a volte nella vita, proprio partendo dal caso abbiamo cominciato a pensare a qualcosa, che piano piano ha preso forma. L’idea del Logo è nata da diversi incontri tra di noi: ci siamo confrontati su quello che era il tema del Convegno, prendendo come spunto dalle Linee-guida, molto dettagliate, elaborate dal Comitato preparatorio. Poi ciascuno di noi ha fatto alcuni schizzi, circa una ventina in totale, e da ognuno di essi abbiamo preso alcuni elementi sulla base dei quali abbiamo fatto una sintesi, che è poi diventata il nostro Logo finale. Lo definirei un’opera corale, che mette insieme tutte le parole che sono state suggerite dal Comitato come pista di lavoro”.

Qual è stata la vostra idea di forza?
“L’idea che abbiamo scelto di utilizzare come tema di fondo è stata la semplicità. Il nostro ha voluto essere un tentativo di fornire una rappresentazione della Chiesa contemporanea e presente: la Chiesa di Papa Francesco, che va verso le periferie del mondo. È stata questa, per così dire, la cornice del nostro quadro”.