letture sull'umano

Il tutto e le parti: un nuovo umanesimo per la Chiesa italiana

di Giacomo Costa

«Il tutto è superiore alla parte»: è uno dei quattro principi che l’esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco propone per rinnovare il modo in cui la Chiesa universale compie la propria missione di evangelizzazione. Che cosa significa per quella italiana? Dal 9 al 13 novembre si riunisce a Firenze il quinto Convegno ecclesiale nazionale, che potrà rappresentare l’occasione per leggere i segni del nostro tempo e “aggiornare” lo stile e il modo di essere Chiesa in Italia.

Dopo una rapida presentazione dell’appuntamento fiorentino, in particolare della traccia per la sua preparazione, l’editoriale del numero di novembre 2015 di Aggiornamenti Sociali, firmato dal direttore, il gesuita Giacomo Costa, fa emergere come le prospettive introdotte da papa Francesco possono rappresentare provocazioni feconde per la Chiesa italiana, invitandola non soltanto ad applicare il Concilio ma anche ad aggiornarne alcune intuizioni: «Quanto più il tempo passa, tanto più il riferimento vitale al Concilio passa dal piano di contenuti e categorie teologiche a quello del metodo».

In questo senso sono tre gli stimoli innovativi del magistero di Bergoglio che l’editoriale mette in rilievo: anzitutto l’immagine del poliedro come più efficace rispetto a quella della sfera per rappresentare la società e la stessa Chiesa universale: «La logica poliedrica – scrive Costa – punta a rintracciare i legami e i nessi per articolare ciò che è disomogeneo a diversi livelli (dal più locale al più globale) e nei diversi ambiti (dal più materiale al più spirituale). (…) Siamo ben lontani dal relativismo: non si rinuncia ai principi, ma questi raggiungono le singolarità di cui la realtà si compone rispettandone l’originalità».

La scelta del punto di vista è cruciale per la comprensione della realtà. E «l’invito di papa Francesco è a collocarsi nel posto che Dio ha scelto per stare dentro la storia: dalla parte dei poveri». Che non sono più oggetto ma soggetto dell’annuncio del Vangelo. Infatti, mentre la Chiesa si dirige verso i poveri, scopre come sono i poveri ad evangelizzarla. È un cambiamento di prospettiva che svela l’ineludibile dimensione sociale dell’evangelizzazione: si coglie qui la seconda direttrice del messaggio del pontefice che, secondo l’editoriale, andrà messa a tema durante e dopo Firenze.

In questo quadro si colloca anche una terza «provocazione»: l’esercizio del compito profetico della Chiesa e dei cristiani, compito che comprende anche l’elaborazione vissuta di alternative. Il che significa, per usare le parole dell’enciclica Laudato Si’, «uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico» (n. 111).

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Così, scrive Costa, «il Convegno di Firenze può costituire l’occasione provvidenziale in cui la Chiesa italiana inizia a declinare in un nuovo paradigma il proprio impegno per gli uomini e per le donne. Entrare in questo nuovo paradigma significa probabilmente liberarsi dell’affanno della sintesi e della prospettiva unificante a tutti i costi, per cominciare a rivolgere l’attenzione ai legami, ai nessi, agli snodi che tengono insieme una realtà composta da facce tanto disomogenee e percorsa da tante fratture».

L’editoriale di Aggiornamenti Sociali conclude con un auspicio: vedendo quanto papa Francesco «insiste sulla sinodalità come chiave del suo modo di esercitare il ministero petrino, sarebbe bello che il Convegno di Firenze fosse l’occasione anche per la Chiesa italiana di immaginare e progettare cammini e pratiche sinodali, in cui far confluire e mettere a frutto, nella valorizzazione della loro originalità, tutte le ricchezze e le bellezze di cui è portatrice».

» Testo integrale dell’editoriale

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