
Le storie, le testimonianze di vita “buona del Vangelo”
di Mimmo Muolo
Oggi pomeriggio il Convegno alla scoperta di Firenze. In programma trenta incontri, in spazi particolarmente significativi per arte, cultura, e carità del capoluogo toscano. A tu per tu con esperienze concrete di fede vissuta
Città con vista. Sull’umanesimo del passato per costruire quello del presente e del futuro. Il nuovo umanesimo cristiano di cui si parla in questi giorni al V Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa italiana. Oggi pomeriggio dunque i vescovi, i sacerdoti e i delegati percorreranno in lungo e in largo Firenze, per andare “alla scuola” di ciò che già è stato fatto nei secoli passati e di ciò che anche oggi, viene realizzato in ambiti e forme diverse. Sono i trenta incontri, in altrettanti spazi significativi per cultura, arte, storia e carità, del capoluogo toscano. Da Palazzo Vecchio a San Miniato al Monte. Dal Battistero di San Giovanni all’ospedale di Santa Maria Nuova. Non certo idee astratte, dunque, ma esperienze concrete e vissute della fede cristiana, in cui – come sottolineano gli organizzatori – emergono «elementi di “vita buona del Vangelo” per la società tutta».
Trenta incontri e tre percorsi a raccordarli: “Firenze e la sua Chiesa: storia e testimoni”, “Vita pastorale della Chiesa fiorentina oggi”, e “Realtà ed esperienze sociali e culturali a Firenze”. Nelle diverse sedi, i convegnisti incontreranno relatori e testimoni che li introdurranno a conoscere il senso, la natura e le forme di realizzazione di tali esperienze, rimanendo poi disponibili ad un dialogo che permetta ai partecipanti di trattenere spunti, idee, motivazioni ideali da tradurre poi nella vita di tutti i giorni.
La città con vista offre, infatti, anche da questo punto di vista panorami notevolisssimi. Si prenda ad esempio il primo dei tre ambiti o percorsi, che si articola in sette incontri. «Guardare al passato è la strada sicura per costruire un futuro migliore», nota Antonio Lovascio, uno dei coordinatori del progetto. Perciò la Chiesa fiorentina partirà dalle proprie origini, dalle esperienze religiose e da quelle di vita consacrata maschili e femminili del Medioevo e del Rinascimento, fino a quelle più recenti, simboleggiate da alcuni testimoni del Novecento: il cardinale Elia Dalla Costa, don Giulio Facibeni, Giorgio La Pira e don Lorenzo Milani. Il loro insegna- mento è ancora oggi un esempio di incontro tra le culture, di aiuto ai più poveri, di passione educativa. Tutti elementi che non possono non rifluire nell’umanesimo cristiano del 2000.
Firenze è però anche uno straordinario intreccio di fede, cultura e attenzione ai più bisognosi (si pensi che la Misericordia esiste qui da 771 anni, essendo stata fondata nel 1224). Ecco perché il secondo itinerario (il più corposo con i suoi 13 incontri) condurrà i convegnisti sia nelle realtà più centrali – quelle che il mondo conosce e viene a visitare – sia negli spazi periferici, dove la Chiesa fiorentina deve confrontarsi con antiche e nuove povertà. Sarà come aprire delle finestre sui mutamenti sociali e coglierne i segnali e le emergenze. In questi tredici incontri si parlerà tra l’altro di catechesi attraverso l’arte e di catechesi biblica per gli adulti, mezzi di comunicazione ed ecumenismo e anche progetti di solidarietà ormai collaudati e rivolti al disagio giovanile ed all’infanzia, quest’ultimo tramite le adozioni a distanza promosse dal mondo missionario.
Infine le esperienze sociali e culturali. Dieci incontri nel cuore pulsante della carità cittadina (quello che per altri, in passato, è stato a lungo periferia), per parlare di assistenza e della cura della salute; degli anziani; dell’integrazione degli studenti stranieri provenienti da Paesi in via di sviluppo (Centro internazionale La Pira); del recupero dei detenuti nella Casa circondariale a custodia attenuata “Mario Gozzini” (Solliccianino), cioè un progetto-pilota sorto nel 1989 che poi si è diffuso nel resto della nazione quale modello penitenziario avanzato; ma anche per mettere a fuoco il rapporto tra fede, arte, cultura e scienza. Verranno così in primo piano le grandi basiliche (con il nuovo museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore che è stato inaugurato lo scorso 29 ottobre, quindi praticamente alla vigilia del Convegno), la modernizzazione dei musei e delle gallerie d’arte che richiamano milioni di turisti; le biblioteche e fondazioni culturali fiorentine, senza trascurare esperienze artistiche e culturali meno conosciute che si sono affermate di recente. Tutte espressioni di una realtà sociale viva, con una grande storia, ma capaci di confrontarsi e di cooperare con la vocazione umanistica della Chiesa. In definitiva una città con vista. Non solo sul passato, ma anche sulla contemporaneità.
da Avvenire, 12 novembre 2015