segni dell'umano

Quando il cinema si fa strumento per l’annuncio

di Emanuele Genovese

Da Quasi amici a Scialla: la proposta di una serie di film su alcuni temi decisivi per mettere al centro famiglia, dignità del lavoro, speranza nella malattia, periferie e migrazioni

Ripensare l’uomo attraverso il cinema. Con l’iniziativa «Proposte di visione in cammino verso Firenze» la Fondazione ente dello spettacolo e la Commissione valutazione film della Cei hanno reso accessibile contenuti e approfondimenti di film al pubblico, a cominciare da chi opera nel campo della comunicazione o gestisce le sale di comunità. Nato come progetto in preparazione al 5° Convegno ecclesiale nazionale, l’iniziativa (disponibile sui siti: www.cnvf.it, www.chiesacattolica. it, www.firenze2015.it) affronta, attraverso una selezione accurata di pellicole, temi cari al magistero di papa Francesco: la dignità del lavoro, la famiglia, la speranza nella malattia, la periferia, la migrazione e il ruolo del sacerdote. «Tra i film selezionati ci sono molti che sono passati sotto silenzio» spiega Armando Fumagalli, professore di Semiotica e direttore del Master in Scrittura e produzione per la fiction e il cinema all’Università Cattolica. «Trash, l’ultimo film di Stephen Daldry, ha avuto poca attenzione mediatica. Coinvolgente ed emozionante, ambientato nelle favelas di Rio, presenta anche la figura positiva di un sacerdote». Quella proposta in questi giorni è «una selezione ben fatta di film raffinati e adatti anche a un grande pubblico, come Quasi amici, che tratta il tema del recupero della speranza in modo originale, e Scialla, dove il protagonista è un padre che non rinuncia a educare, a differenza di un certo cinema italiano dove gli adulti, totalmente in crisi, rinunciano ad avere un ruolo nei confronti dei più giovani». Una selezione importante e non banale che rimette in gioco il compito della settima arte di raccontare l’uomo. «Il cinema è un naturale laboratorio di avanguardia di idee sociali, anche quando tratta temi controversi. Attento agli ultimi, il cinema non smette di parlare contro l’efficientismo e la strumentalizzazione dell’essere umano al fine di un maggiore guadagno. Laddove c’è confusione sull’identità di genere e sulla possibilità di una stabilità del legame familiare ci sono molti altri film capaci di indagare e rappresentare la persona».

Rendere visibile l’umanità, comunicando l’uomo all’uomo, è un compito principale della Chiesa. «Nel libro La comunicazione di una Chiesa in uscita (Vita e Pensiero) ho affrontato, attraverso l’analisi concreta di casi positivi come l’inglese Catholic Voices, l’americana Vitae Foundation e il pontificato di Giovanni Paolo II, l’importanza di trovare forme di comunicazione per tutti, non solo per gli intellettuali. Laddove la comunicazione laica ha fatto passi avanti in professionalità ed efficacia, la capacità dei cristiani e della Chiesa di esprimere la visione del mondo, è andata avanti, invece, più lentamente. L’analisi di questi casi positivi ha fatto emergere che le realtà, che riescono a non esprimere con superficialità il proprio messaggio, adottano i principi dello storytelling, conoscono il rapporto tra emozioni e verità, valorizzano la dimensione psicologica della comunicazione».

da Avvenire, 18 ottobre 2015

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