contributi, rassegna stampa

«Abitare la vita quotidiana per annunciare il Vangelo» 

di Giacomo Gambassi

L’invito di Galantino al Convegno catechistico Cei «Basta modelli obsoleti: puntiamo sul confronto». A Salerno l’incontro nazionale aperto da Sartor sul tema «L’uomo vivente è gloria di Dio». L’attenzione a Firenze 2015 e al «valore umanizzante» della catechesi. Celebrazioni guidate da Moretti, Di Cerbo e Soricelli

In una società «pluriculturale e multireligiosa» non serve una catechesi che rifiuta «qualsiasi confronto », che propone «modelli formativi e progetti obsoleti», che «corre ai ripari mettendo pezze». Tanto meno occorre offrire il messaggio di salvezza che viene da Cristo «come un vestito per coprirsi, dando l’idea che la fede sia una sovrastruttura dell’esistenza». C’è bisogno, invece, di «abitare con passione, compassione e speranza la quotidianità» per donare «il Vangelo annunciato e testimoniato» che «rinnova la vita». Ecco la «vera sfida dell’evangelizzazione», secondo il segretario generale della Cei, il vescovo Nunzio Galantino, che ieri pomeriggio a Salerno ha aperto il Convegno nazionale dei direttori degli Uffici catechistici diocesani. L’appuntamento organizzato dall’Ufficio catechistico nazionale – il cui direttore, monsignor Paolo Sartor, ha tenuto l’intervento introduttivo – ha come tema una fra- se di sant’Ireneo, L’uomo vivente è gloria di Dio, e si propone di aiutare ad «essere annunciatori e catechisti in Italia oggi», spiega il sottotitolo. Al centro l’attenzione all’umano, come indica il Convegno ecclesiale nazionale del prossimo autunno a Firenze del quale l’incontro in Campania che si conclude domani è una tappa di preparazione. Lo ricorda proprio Galantino sottolineando come l’evento fiorentino voglia contribuire a «verificare quanto abbiamo rinnovato l’annuncio». Per dare una definizione della catechesi, il segretario generale Cei si affida a un’intuizione di don Tonino Bello di ritorno dal primo Convegno ecclesiale nazionale tenutosi a Roma nel 1976. E osserva che essa è un «esercizio comune di mendicanza di senso». Così, aggiunge Galantino, «una comunità che vuole iniziare all’esperienza della fede» deve «porsi in ascolto di quella fiducia profonda e intima verso la vita presente nel cuore di ogni uomo» e delle «soglie di vita in cui tale fiducia sgorga». Di fatto – suggerisce – vanno valorizzate «le occasioni offerte dall’esistenza», soprattutto «i momenti forti»: «l’essere generati, l’iniziazione degli adolescenti e dei giovani alla vita, la scelta vocazionale al matrimonio, al sacerdozio o alla vita consacrata, la professione e la fedeltà nella vita adulta, la fragilità, la disabilità e la malattia, le gioie e i lutti, l’esperienza della morte ». Sono «momenti propizi per il primo annuncio» che vanno affiancati ad altri ambiti che «domandano una presenza evangelizzante»: le circostanze di «precarietà e provvisorietà» soprattutto religiose e affettive o il mondo del lavoro. È qui che emerge il «valore umanizzante dell’annuncio e della catechesi» che consiste nell’«accompagnare al pieno incontro con Cristo» e verso il «compimento dell’umanità piena, riflessa nel volto del Signore».

Per questo, chiarisce il segretario generale Cei, la catechesi «non può ridursi alla semplice trasmissione dei contenuti» ma è «missione e servizio». Di fronte alla complessità sociale che si vive in Italia, è necessario lasciarsi «alle spalle forme di gelosa supponenza monopolistica» o «semplificazioni forzate». Occorrono, quindi, risposte «attente alle caratteristiche delle persone e al clima culturale nel quale si opera». E, affidandosi alle parole dell’Evangelii gaudium, il segretario generale Cei chiede di essere «evangelizzatori con Spirito», ossia che «si aprono senza paura all’azione dello Spirito Santo, che infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia, a voce alta e anche controcorrente». Ieri la preghiera iniziale è stata guidata dal vescovo di Alife-Caiazzo, Valentino Di Cerbo, mentre questa mattina la Messa verrà presieduta dall’arcivescovo di Salerno- Campagna-Acerno, Luigi Moretti. Poi spazio a dieci “atelier” di confronto. Nel pomeriggio la sosta nel Duomo di Amalfi con la preghiera assieme all’arcivescovo Orazio Soricelli e la relazione di Ernesto Diaco su arte, fede e catechesi verso Firenze 2015.

da Avvenire, 25 giugno 2015


» «Evangelii gaudium»: il Vangelo per l’esistenza umana
Testo integrale dell’intervento di S.E. Mons. Nunzio Galantino

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