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Annunciare, coi fatti

di Hubertus Blaumeiser

Si è messo nei guai. Povero Paolo! Annunciare Gesù gli è costato caro. Battuto con le verghe, fatica e travaglio, fame e sete: esperienze di cui scrive alla comunità di Corinto (2Cor 11, 25-27). Chi gliel’ha fatto fare? Un incontro con Gesù Risorto sulla via di Damasco che non l’ha lasciato indenne! Il Figlio di Dio, messo in croce, ha vinto la malvagità e la morte, ha colmato ogni divisione. Non siamo più in balía delle circostanze della vita! «Guai a me se non portassi questo buon annuncio», ribadisce (1Cor 9, 16).

Non è l’unico a ragionare così. «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato», rispondono Pietro e Giovanni quando i capi dei giudei ingiungono loro di non parlare più di Gesù (Atti 4, 20). Alle loro spalle non c’è solo una convinzione di fede, ma un’esperienza che non possono, non vogliono tenere per sé: «Ciò che le nostre mani hanno toccato» (1Gv 1, 1-3).

Dall’economia ai media, oggi ci sono tanti nuovi scenari in cui urge portare Dio, l’Amore. Ma come? Colpisce quanto Paolo VI ha scritto 40 anni fa: «Ecco: un cristiano o un gruppo di cristiani, in seno alla comunità d’uomini… manifestano capacità di comprensione e di accoglimento, comunione di vita e di destino con gli altri, solidarietà negli sforzi di tutti… Ecco: essi irradiano, inoltre, in maniera molto semplice e spontanea, la fede in alcuni valori che sono al di là dei valori correnti, e la speranza in qualche cosa che non si vede, e che non si oserebbe immaginare. Allora con tale testimonianza senza parole, questi cristiani fanno salire, nel cuore di coloro che li vedono vivere, domande irresistibili: perché sono così? Perché vivono in tal modo? Che cosa o chi li ispira? Perché sono in mezzo a noi?» (Evangelii nuntiandi 21).

Si tratta di intercettare le domande esistenziali della gente, le sfide che la società pone. E rispondervi con un annuncio accompagnato dai fatti. Impossibile demandare questo compito ai sacerdoti e consacrati. È di tutti, di ciascuno là dove vive: nel proprio quartiere, nel luogo di lavoro, sui social network, sul campo sportivo, nel letto di un ospedale.

Fonte: Città Nuova

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