rassegna stampa

Bianchi: «Una nuova primavera nel segno dell’ascolto»

di Francesco Ognibene

L’ultimo giorno di Convegno è un tripudio di trolley. C’è però un altro bagaglio che i delegati portano a casa: a spiegarlo è l’assistente generale di Azione Cattolica, il vescovo Mansueto Bianchi, vicepresidente del Comitato preparatorio di Firenze 2015.

Con cosa esce dal Convegno?

Con l’esperienza di essere stati insieme, che non è un fatto piccolo perché l’esperienza di Chiesa nasce dal “convenire”, dal metterci accanto. Da Firenze ci portiamo via l’aver focalizzato alcuni problemi della nostra Chiesa in questo Paese, individuati attraverso un processo di vero ascolto.

Che cosa vuol dire sinodalità?

Che la Chiesa è tale quando è capace di ascolto, di fare spazio alla sensibilità dell’altro, di mettersi in viaggio alla ricerca paziente e anche faticosa non tanto di una soluzione ma di una via per cercarla.

Come va affrontato il dopo-Firenze?

Vanno allestiti luoghi e momenti significativi nella Chiesa italiana perché le intuizioni di questi giorni entrino nel metabolismo vita ecclesiale.

C’è una parola che Firenze dice a tutta la Chiesa e al Paese?

Mi viene da dire “primavera”: questo Convegno ha saputo cogliere i momenti di bella umanità disseminata dentro la vita delle nostre comunità ecclesiali e civili. Lo vedo un po’ come il bucaneve che spunta dalla superficie sgretolata della società, annunciando una stagione nuova che verrà.

da Avvenire, 14 novembre 2015

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