rassegna stampa

Cinque giornate nel segno della sinodalità

di Marco Bonatti

Dall’avvio assieme al Papa fino alle riflessioni nei gruppi tutto si svolgerà secondo lo stile del «convenire» e della condivisione Nosiglia: «L’auspicio è che il metodo diventi parte della vita ordinaria delle nostre Chiese locali»

Anche nei particolari, nello stile, il Convegno deve poter offrire a tutti i partecipanti il segnale di cambiamento e di condivisione che la Chiesa italiana vuole maturare. Monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente del Comitato preparatorio nazionale è reduce dall’incontro di sabato 27 giugno a Roma, dove, tra l’altro, si sono definite le indicazioni dettagliate dello svolgimento dei lavori a Firenze.

La parola chiave è ancora «convenire», raggiungersi e riconoscersi insieme.

«Vorremmo che i giorni di Firenze – dice Nosiglia – fossero scanditi da alcuni momenti di intensa esperienza spirituale, di comunione fraterna, di ascolto e dialogo coinvolgente, di riflessione culturale e pastorale che si confronta con la realtà di fatti vissuti. Fin dall’inizio (lunedì 9 novembre), i delegati daranno vita a un pellegrinaggio che dalle quattro Basiliche di Firenze si snoderà verso il Battistero e la Cattedrale per celebrare i Vespri e accogliersi gli uni gli altri come un solo popolo orante e gioioso. I punti di partenza sono le chiese ricche di significato storico, culturale ed esperienziale che ha segnato la tradizione umanistica della città: Santa Croce, Santa Maria Novella, Santo Spirito, Santissima Annunziata. Eventi spirituali e culturali saranno offerti ogni sera a chi ne vorrà usufruire in vari luoghi della città».

Nel giorno dell’incontro con papa Francesco (martedì 10) la concelebrazione eucaristica aperta a tutta la città sarà il momento sacramentale centrale dell’esperienza di Chiesa.

L’incontro col Papa sarà preceduto da una preghiera e lectio biblica su un brano tratto dal racconto della giornata a Cafarnao di Gesù secondo il Vangelo di Marco. «La scelta del Papa di venire all’inizio del Convegno per avviarne i lavori – dice l’arcivescovo di Torino – è una novità rispetto ai precedenti Convegni decennali della Cei e ne segna e orienta tutto il cammino. Si tratta di modo concreto con cui il Papa vuole farsi attivamente partecipe dell’incontro e non solo ospite di passaggio ma attivo protagonista. E di questo gli siamo grati perché permette a tutti di lavorare poi nei giorni successivi illuminati e sostenuti dalla sua Parola».

La «giornata del Papa» si conclude alla sera con la presentazione di cinque testimonianze, una per ogni via, che intendono presentare fatti di vita, buone pratiche in atto nelle rispettive Chiese locali su tentativi di promuovere il nuovo umanesimo in Gesù Cristo in alcuni ambiti pastorali quali la carità e la salute, i giovani e l’educazione, la famiglia, il lavoro, la preghiera.

Mercoledì 11 si darà il via ai lavori nella sede del Convegno, la Fortezza da Basso, incentrati sui gruppi di riflessione suddivisi secondo le cinque vie della Traccia: uscire, abitare, annunciare, educare, trasfigurare. Dopo la preghiera ecumenica e la riflessione spirituale guidata da fratelli di Chiese cristiane, due brevi interventi introdurranno il lavoro di gruppo approfondendo il tema del Convegno sotto il profilo teologicopastorale e antropologico-culturale. «Si intende così – dice ancora Nosiglia – superare la classica suddivisione della fedeltà a Dio e fedeltà all’uomo, ponendo in forte risalto la novità dell’umanesimo incentrato in Gesù Cristo e dunque l’unità della persona del Figlio di Dio e nostro fratello e salvatore. Gesù rivela l’uomo a se stesso e gli fa nota la sua altissima vocazione che è quella divina».

I gruppi di lavoro sono – ed è la prima volta – aperti alla ‘rete’. Le attività potranno infatti essere seguite via computer, e ci sarà la possibilità di interloquire con i partecipanti. Per questo si faranno gruppi da 110 suddivisi a loro volta in tavolini da 11 persone compreso un facilitatore che ha il compito di stimolare il dialogo tra tutti i presenti.

«Ogni delegato deve potersi esprimere più volte e andare a casa soddisfatto di aver potuto comunicare le esperienze della sua Chiesa, le considerazioni e proposte che ritiene può opportune e necessarie. Il dialogo si potrà avvalere di una scheda sintetica di alcune domande utili per agevolare la comune riflessione».

Giovedì 12 dopo la preghiera e la lectio biblica, continuano i gruppi da 11 e poi per un momento di sintesi da 110, guidati da un moderatore. Il pomeriggio mentre i moderatori prepareranno con i cinque relatori delle vie le proposte e indicazioni emerse, i delegati si divideranno in gruppi per andare in una trentina di luoghi sparsi nella città di Firenze a incontrare realtà e persone che richiamano o vivono direttamente il nuovo umanesimo in Gesù Cristo.

È un concreto immergersi nel tessuto vitale di Firenze che apre il Convegno al popolo e si fa dunque presente e dialogante con tanta gente esterna ai lavori.

Infine venerdì 13 ultimo giorno, dopo la preghiera e la lectio sul brano finale della giornata di Cafarnao, i cinque relatori delle cinque vie riferiranno sui risultati dei gruppi e il presidente della Cei concluderà il Convegno.

Nosiglia tiene a ricordare che «nella Fortezza da Basso è stata attrezzata una cappella dove durante tutto il giorno verrà esposta l’Eucaristia, per una preghiera personale di lode, di riflessione sulla Parola di Dio e di silenzio adorante».

Definito il programma, ricorda l’arcivescovo di Torino, «si pone fin da oggi il problema della sua continuità nelle Chiese locali e comunità. Sarà necessario che il Convegno innesti un volano positivo e stimolante all’azione pastorale della Chiesa in Italia valorizzando in modo concreto oltre ai contenuti anche il metodo sinodale dello svolgimento del Convegno stesso, a partire dalle realtà regionali per incarnare nel tessuto territoriale quanto l’iter di preparazione al Convegno, il suo svolgimento e in particolare la parola di papa Francesco hanno suscitato».

da Avvenire, 5 luglio 2015

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