rassegna stampa

Così il condominio diventa solidale

di Riccardo Bigi

Nella Casa della carità di Novoli appartamenti per anziani soli, un punto di accoglienza per migranti e uno ricreativo per ragazzi

Si chiamerà ‘Casa della carità’: è il progetto che porterà in una periferia fiorentina, quella di Novoli – il quartiere più popoloso e quello con la più alta incidenza di anziani – un centro di servizi per anziani, immigrati, bambini e ragazzi. I lavori prevedono il recupero di un’area che ospitava piccole attività produttive, ormai dismessa: dopo la rimozione dell’amianto e dei terreni inquinati, nei prossimi giorni partirà la realizzazione delle varie strutture su una superficie di 2.800 metri quadrati. In concreto, si tratterà di una sorta di ‘condominio solidale’ in cui troveranno ospitalità una comunità di suore a cui verrà affidata la cura e il coordinamento dei servizi previsti; un centro diurno con annessa mensa per gli anziani del quartiere; 18 mini appartamenti destinati ad anziani soli (singoli o a coppie); un centro di accoglienza per emergenze abitative e migratorie per 50 persone; un luogo di aggregazione per bambini e ragazzi (un asilo o un doposcuola). I costi previsti per la realizzazione sono circa 6 milioni e mezzo di euro, ripartiti tra i tre soggetti coinvolti: la Conferenza episcopale italiana che devolverà allo scopo due milioni e mezzo di euro, l’Ente Cassa di risparmio di Firenze che donerà altri due milioni e mezzo e l’arcidiocesi di Firenze che destinerà all’iniziativa un milione e cinquecentomila euro. L’inizio dei lavori è previsto per le prossime settimane: l’edificio sul fronte di via Corelli, che ospiterà il condominio solidale, verrà realizzato entro la fine di quest’anno. La conclusione, con l’avvio di tutti i servizi, è ipotizzata per fine 2016. Il convegno, durante il quale i lavori saranno a buon punto, sarà dunque il momento centrale di una azione che, nel mostrare la rilevanza sociale della fede, lascia percepire la concretezza dell’umanesimo centrato su Cristo, che trasforma il vivere quotidiano.

da Avvenire, 9 gennaio 2015

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