contributi

Cristiani nuovi

di Mario Fattore

Giovani e adulti di Azione Cattolica a Firenze per prepararsi al 5° Convegno Ecclesiale Nazionale

L’Azione Cattolica diocesana alla scoperta del “nuovo umanesimo”. Il campo invernale tenutosi a Firenze dal 28 al 30 dicembre scorso ha riunito giovani (60) e adulti (20) delle nostre parrocchie, invitandoli a riflettere sulle sfaccettature dell’uomo moderno e a tracciare i tratti dell’uomo cristiano all’interno della società in cui vive. Scelta non casuale quella di Firenze, in cui si terrà nel prossimo mese di novembre il 5o Convegno Ecclesiale Nazionale. Il documento elaborato dal comitato preparatorio della CEI individua Firenze come città in cui l’umanesimo ha preso vita grazie alle bellezze architettoniche e artistiche che la rendono unica e agli uomini che l’hanno resa immortale.

Le nostre Chiese locali sono il punto di partenza per la trasformazione dell’uomo e la creazione del nuovo umanesimo cristiano. Le esperienze concrete che la diocesi e le parrocchie vivono quotidianamente “sul campo”, evidenziano le difficoltà reali della trasmissione del messaggio cristiano. Da questa certezza nasce anche la consapevolezza che in questi luoghi si possono cogliere “i segni dei tempi”: Nella Evangelii gaudium Papa Francesco ricorda la «responsabilità grave» di «tutte le comunità ad avere – come aveva affermato Paolo VI (Ecclesiam suam, 19) – una sempre vigile capacità di studiare i segni dei tempi» (n. 51) per imparare a starci dentro. Solo con l’attenzione ai mutamenti del contesto socio-culturale in cui si opera, si può pensare di dialogare con gli altri e comprendere le dinamiche del nostro territorio.

Il ritratto dell’uomo moderno lo raffigura come intrappolato nella ragnatela digitale dove facilmente ci si smarrisce perdendo di vista la realtà, un uomo che fa fatica a relazionarsi: molto più spesso si assiste all’inizio e alla fine di amicizie e legami che nascono in rete, dove ognuno trova chi cerca, anche a costo di aggrapparsi a false identità. I ragazzi e gli adulti presenti, partendo dalle riflessioni proposte dagli assistenti e dai responsabili diocesani di settore, hanno tracciato l’identikit dell’uomo nuovo. I giovani, in particolare, hanno individuato le caratteristiche principali dell’uomo moderno, che diventa testimone consapevole del messaggio di salvezza negli ambienti che frequenta quotidianamente, capace di relazioni sincere e soprattutto consapevole della propria identità di persona e di credente. Tale identikit sembra corrispondere a quello di Giorgio La Pira, che i ragazzi hanno “incontrato” grazie alla testimonianza di Claudio Turrini giornalista del settimanale Toscana Oggi (dell’Arcidiocesi di Firenze) che ha vissuto alcuni anni della sua vita accanto al “sindaco santo”. La Pira, formatosi spiritualmente in Azione Cattolica, riteneva l’impegno politico come necessario alla costruzione cristianamente ispirata della società; membro della Costituente, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e Previdenza Sociale nel Governo De Gasperi e Sindaco di Firenze, fu promotore del Primo Convegno internazionale per la pace e la civiltà cristiana con l’obiettivo di creare rapporti umani e politici tra esponenti politici di tutti i Paesi.

Come indicato nel documento preparatorio al Convegno di Firenze, cinque sono i verbi da coniugare per essere parte attiva dell’umanità nuova: uscire: anche all’incontro del 3 Maggio scorso, a conclusione dell’Assemblea Nazionale di Ac, invitando l’associazione ad andare il Papa ha chiesto di “uscire” sul nostro territorio, di non chiudersi nelle parrocchie ma di essere missionari, annunciatori della Parola nei luoghi di tutti i giorni: «ci sia in voi il desiderio di far correre la Parola di Dio fino ai confini, rinnovando così il vostro impegno a incontrare l’uomo dovunque si trovi, lì dove soffre, lì dove spera, lì dove ama e crede, lì dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore. Lì vi aspetta Gesù. Questo significa: andare fuori. Questo significa: uscire, andare uscendo»; annunciare: le persone che affollano le nostre scuole, le piazze e le parrocchie cercano parole e gesti che li facciano sentire vicini a Dio. La fede deve essere generatrice di una testimonianza annunciata e vissuta in concreto; abitare: bisogna sapersi orientare tre le trasformazioni demografiche, sociali e culturali che la nostra realtà vive. L’impegno consiste soprattutto nel cercare il dialogo con coloro che “abitano” i nostri paesi, il nostro territorio; trasfigurare: è fondamentale il supporto della preghiera; pregare per avvicinarsi a Dio in modo da interiorizzare la Parola e farla vivere come annunciatori di salvezza. In vista del Convegno Ecclesiale Nazionale, insomma, l’Ac diocesana ha sicuramente dato avvio ad un cammino di preparazione che necessariamente deve trovare continuità nelle parrocchie attraverso la collaborazione fra laici e Chiesa, mai come oggi imprescindibile per trovare l’unità e la forza per testimoniare la gioia di Cristo risorto nelle nostre comunità.

Alife-Caiazzo convegno Firenze

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