rassegna stampa

Da movimenti e associazioni le proposte per l’annuncio

Numerosi i rappresentanti di associazioni e movimenti all’incontro Cei «Differenza sessuale e alleanza di coppia». Dai loro contributi è emerso un ventaglio di riflessioni sulle indicazioni fornite dal direttore nazionale dell’Ufficio famiglia, don Paolo Gentili che ha spiegato come «le cinque vie sono anche vie familiari, capaci di trasformare la Chiesa in un’esperienza di famiglia, di fraternità, di maternità e di paternità». In questa prospettiva alcuni tra i contributi delle varie realtà ecclesiali. Patrizia Santamaria (Associazione Famiglia piccola Chiesa): «Prima di annunciare occorre partire da noi stessi».

Stefano Sereni (Azione Cattolica): «C’è bisogno di parole nuove. Si parla di castità, verginità, occorre elaborare qualcosa di nuovo…». Pietro Boffi (Cisf): «L’annuncio si pone in un contesto di scristianizzazione. Occorre uscire dall’arroccamento, ammettere i nostri limiti e stereotipi». Antonio Inchingoli (Mcl): «Attenzione all’autoreferenzialità, ossia pensare che la linea giusta è la propria e non quella di altri». Patrizia Betroncello (Focolari): «La questione del gender richiede risposte concrete per famiglie e docenti». Marco Faillaci (Movimento per la Vita): «I giovani non temono di organizzare eventi su questioni relative alla fedeltà, alla castità. Alcuni giovani, nella confessione antecedente il matrimonio, svelano di essere arrivati vergini all’evento».

Francesco Belletti (Presidente Forum): «Per prendere la parola nella cultura mediatica e digitale, come si propone il documento di Firenze, c’è un problema di vocabolari». Don Gianvito Sanfilippo (Neocatecumenali): «Le coppie del Cammino si mettono a disposizione: a loro vengono affidati ragazzi dai 12 ai 19 anni». Paolo Nencione (Misericordie): «La famiglia non è aiutata, si combatte con l’Isee…». Paola Ricci Sindoni (presidente Scienza & Vita): «C’è legame tra annuncio e testimonianza, assume una grande forza persuasiva nella famiglia, dove si vivono scelte di ascolto reciproco».

da Avvenire, 18 ottobre 2015

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