rassegna stampa

Da quarant’anni custodi della vita

di Antonella Mariani

Una mostra nel chiostro della basilica della Santissima Annunziata ricorda la nascita del primo Cav e, subito dopo, del MpV. Una rassegna, ieri visitata dai delegati che testimonia, dal 1975 ad oggi, l’impegno, spesso controcorrente, di tradurre i valori in azioni efficaci al servizio dei più indifesi

Arrivano alla spicciolata; la mattina le scolaresche, al pomeriggio coppie mature, qualche gruppo di delegati del Convegno ecclesiale nei (pochi) momenti liberi dai lavori, turisti, molti fiorentini curiosi di un pezzo di storia cittadina che da qui ha toccato tutta l’Italia e anche l’Europa… I pannelli sono lì, nel chiostro della basilica della Santissima Annunziata – e mai posto fu più appropriato, visto che si tratta proprio della Vergine dell’Annunciazione –, a pochi passi dallo Spedale degli Innocenti dove ancora si vede la prima “ruota” per i bambini non voluti. Luogo simbolico, dunque, per la mostra che il Movimento per la vita ha voluto allestire per celebrare i 40 anni dalla nascita del primo Centro di aiuto alla vita, proprio qui a Firenze, nei giorni del Convegno della Chiesa italiana, sulla scia di quel “nuovo umanesimo” lanciato dalla Cei. Pannelli che mostrano l’inizio della vita nelle interpretazioni, per lo più bizzarre, di filosofi e scienziati dell’antichità. E poi le scoperte scientifiche della seconda metà del 1900, che hanno decretato senza ombra di dubbio che il concepito è un essere umano, subito, fin dall’inizio. Ma la parte più suggestiva della mostra, che ora diventerà itinerante, è quella che spiega la nascita del primo Cav, e subito dopo, del Movimento per la Vita. Tutto precipitò all’inizio del 1975: l’inchiesta sulla clinica degli aborti gestita dai radicali, la martellante campagna di raccolta firme per una legge di depenalizzazione… Tutto raccontato con la riproduzione delle pagine dei giornali dell’epoca. E poi quell’idea dell’arcidiocesi di Firenze con un gruppetto di laici, uno spazio messo a disposizione dal parroco della basilica di San Lorenzo dove incontrare le donne che non si rassegnavano a rinunciare a un figlio…

«La prima ragazza la ricordo ancora: arrivò dalla Puglia, buttata fuori di casa dal padre che aveva scoperto la sua gravidanza. Si presentò qui disperata, e fu ospitata a casa di uno dei soci». È lo stesso Carlo Casini a presentare ad Avvenire la mostra, ricordando di quando, giovane sostituto procuratore, si dovette occupare della clinica degli aborti, e negli stessi giorni fu tra coloro che posero la prima pietra del Cav e del Movimento per la vita, di cui oggi è presidente onorario. La mostra continua con la documentazione sulla campagna per il referendum abrogativo, che vide Madre Teresa a fianco di Casini in numerosi comizi, con tanto di bomba carta… In 40 anni sono stati aiutati a nascere 170mila bambini. E nella culla dell’umanesimo il Centro è ancora al suo posto, nelle stesse stanzette della parrocchia di San Lorenzo, nel centro storico. Sono cambiate le donne che arrivano qui: prima al 60% italiane, oggi al 60% straniere.

Il presidente del Cav di Firenze è un altro volontario “storico ”: Angelo Passaleva. «Quarant’anni fa, quando siamo partiti, c’era un clima da caccia alle streghe, ma eravamo entusiasti, sentivamo tanta mobilitazione intorno a noi. Avevamo la sensazione di combattere una battaglia insieme a tanta gente. Oggi è più difficile, perché c’è indifferenza verso il tema della vita. La questione del bambino non nato è trascurata: la legge purtroppo crea costume. L’aborto non tocca più le coscienze». Il lavoro, dunque, non è affatto concluso, e l’ultima parte della mostra alla Santissima Annunziata è lì a dimostrarlo: c’è la petizione europea “Uno di noi” per il riconoscimento dello status del concepito. E poi la mobilitazione, forte, incessante, a favore di quell’umano che è il più piccolo e indifeso sulla Terra.

Un altro frutto dello stesso impegno è Agata Smeralda, associazione nata 25 anni fa in seno al Movimento per la vita e poi autonoma dal 1996. Ieri un gruppo di delegati ha visitato la sede, ha ascoltato le testimonianze missionarie sui progetti che in decine di Paesi poveri aiutano bambini, ragazze madri, disabili, orfani a sognare un futuro diverso. Un futuro più umano.

da Avvenire, 13 novembre 2015

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