rassegna stampa

Don Camillo, il parroco che affascinò i Pontefici

di Fulvio Fulvi

Giovanni XXIII si divertì molto leggendo i racconti di Mondo Piccolo di Guareschi. Pio XII volle incontrare Fernandel che interpretava il personaggio, «il prete più famoso al mondo dopo di lui». E Benedetto XVI svelò la passione per quei film

Il suo don Camillo citato dal Papa come l’esempio di un buon parroco vicino alla gente e in grado di far vivere alla Chiesa italiana, con la preghiera e l’amore al suo gregge, un «nuovo umanesimo cristiano popolare». Il «pretone» della Bassa, inventato dal genio letterario di Giovannino Guareschi, messo accanto a santi autentici come Francesco d’Assisi e Filippo Neri…. Chissà che salti di gioia avrebbe fatto lo scrittore di Roncole nell’ascoltare, ieri, le parole di Francesco a Firenze. Oppure no. Sarebbe stato in silenzio, con umiltà, come sempre. E come fece nel 1952 quando seppe che il futuro Giovanni XXIII aveva letto, divertendosi, i suoi racconti del Mondo Piccolo. Ricordava infatti monsignor Pirro Scavizzi che un giorno, mentre andava a confessare l’allora nunzio di Parigi, Angelo Giuseppe Roncalli, lo trovò in piedi che l’aspettava sullo scalone del Palazzo Apostolico e rideva di gusto sopra le pagine di don Camillo. E il libro di Guareschi diventò per loro un argomento di discussione teologica e pastorale. Ma un altro Pontefice si occupò dell’amico-nemico del sindaco Peppone: fu Pio XII che nel 1953, folgorato dal film tratto dal primo romanzo (se l’era fatto proiettare in privato dopo il successo ottenuto nelle sale di tutto il mondo), mandò a chiamare Fernandel, l’attore francese che interpretava l’inquieto parroco, per un’udienza in Vaticano. Voleva conoscere, disse, «il prete più famoso al mondo dopo di lui». È risaputo, infine, che anche il Papa emerito Benedetto XVI sia un appassionato della saga guareschiana, letteraria e cinematografica. Lo riferì lui stesso al giornalista tedesco Peter Seewald nel librointervista Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi (Libreria Editrice Vaticana, 2010). «Mi piacciono don Camillo e Peppone – affermò – e ogni volta che li trasmettono in televisione, se posso li guardo, insieme ai miei collaboratori». Saputo questo, don Giovanni Davoli, l’allora parroco di Brescello (il paese dove sono state girate le cinque pellicole ispirate dagli scritti di Guareschi) e il sindaco Giuseppe Vezzani regalarono a Ratzinger un cofanetto con i dvd in italiano e tedesco dei film, i libri di Guareschi e un poster con Peppone-Cervi e don Camillo- Fernandel. E ieri abbiamo appreso che anche Bergoglio è un fan del prete padano che ha fatto divertire e riflettere intere generazioni.

da Avvenire, 11 novembre 2015

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