rassegna stampa

Fra i poveri della mensa Caritas il pranzo di Bergoglio con la ribollita

di Riccardo Bigi

Anna, Gianna, Franca, Simonetta, Maria Antonietta e Carlo: sono i volontari del turno del martedì alla mensa della Caritas di Firenze in piazza Santissima Annunziata. Oggi avranno un ospite speciale: il Papa che si fermerà a mangiare qui con i poveri. «È un grande regalo incontrare il Papa in un luogo molto speciale», confessa Gianna, da quindici anni al servizio in mensa. Anna invece ha cominciato un anno fa: una mattina dopo la Messa vide in fondo alla piazza una lunga fila e chiese a un sacerdote il perché. «C’è la mensa Caritas, aspettano di entrare per il pranzo», le rispose. Anna si fece avanti e chiese se avevano bisogno di una mano. Maria Antonietta, professoressa in pensione, presta servizio da sette anni. Insieme ai volontari ci sarà Elisabetta, responsabile della mensa, presenza immancabile tutti i giorni da vent’anni. Ci saranno il cuoco Francesco e il suo aiutante Bekim, che tutti i giorni cucinano per centinaia di ospiti. La mensa di piazza Santissima Annunziata nacque nel 1949 per volere del cardinale Elia Dalla Costa e fu affidata all’Opera Ritiri: ospitava soprattutto pellegrini e studenti. La frequentavano anche figure di spicco come Giorgio La Pira e don Divo Barsotti. Poi nel 1990 fu destinata ai poveri. Dal 2006 è gestita dalla Caritas diocesana. Ma l’edificio che la ospita ha una storia ancora più antica: è la sede della Compagnia di San Francesco Poverino, antico sodalizio di preghiera. Accanto alla mensa si trova il bellissimo oratorio perfettamente tenuto grazie alle cure del governatore Dante Pastorelli.

L’accoglienza che troverà il Papa, sottolinea il direttore della Caritas di Firenze Alessandro Martini, non sarà diversa da quella riservata a tutti gli ospiti. «Riceverà il tesserino che ogni giorno ogni ospite usa per potersi registrare e pranzare. Si sederà con circa sessanta commensali, troverà sul tavolo le stoviglie che usiamo ogni giorno e la brocca con l’acqua del rubinetto. Il menù prevede un primo, probabilmente la ribollita per fargli assaggiare qualcosa di fiorentino; di secondo spezzatino con purè, la macedonia e poi, in via eccezionale, un dolce che offriremo per fare festa insieme».

da Avvenire, 10 novembre 2015

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