segni dell'umano

Going Clear: Scientology e la prigione della fede

di Paolo Perrone

Un cursore a freccia che oscilla, come un pendolo, su una specie di goniometro dalle tante, misteriose tacche. E una capsula sonora, collegata a fili che si agganciano ad un sistema elettronico di registrazione, consegnata ad ogni nuovo “seguace” per la necessaria, iniziale audition. Sono i dispositivi dei flussi vocali, prima ancora delle parole degli intervistati, a fare di Going Clear: Scientology e la prigione della fede una sorprendente “scatola” di verità. Le verità che, nel documentario scritto e diretto da Alex Gibney (già vincitore di un Oscar con Taxi to the dark side), affiorano come in una ininterrotta confessione lungo le due ore di proiezione. Verità soggettive, formulate senza contraddittorio. Ma espresse da fonti così autorevoli e veicolate con consumata tecnica da réportage da coinvolgere anche lo spettatore più esigente.

Il documentario, tratto dal libro-inchiesta dello scrittore (premiato con un Pulitzer) Lawrence Wright, racconta con ferma determinazione la storia di otto ex appartenenti alla “chiesa” di Scientology, l’organizzazione pseudo religiosa che vanta milioni di aderenti e, tra i suoi membri, star di Hollywood come John Travolta e Tom Cruise. Un viaggio a ritroso nelle pieghe più sottili della “creatura” fondata da Ron Hubbard nel 1954, esplorata nella sua avventurosa genesi, nella sua crescente popolarità e nella sua diffusione di massa. Momenti tutt’altro che intrisi di ispirazione mistica, secondo Gibney. Anzi, rievocati da una girandola di immagini di repertorio e fotografie d’epoca nelle quali Hubbard giganteggia per il suo sproloquio di fantascienza, alieni, complotti militari, reincarnazioni, spirito e anima. E per il suo sostanziale attaccamento ai “biglietti verdi”.

Going Clear poggia sulle voci discordanti del regista Paul Haggis, per 35 anni scientologist appassionato, arrivato a dubitare nel 2009 delle azzardate teorie dell’organizzazione, rilanciata, dopo la scomparsa di Hubbard nel 1986, da David Miscavige, il nuovo leader. Insieme a Haggis, parlano alcuni tra i massimi dirigenti allontanatisi dal “culto” dopo una lunga “milizia”: spiegano di un forte condizionamento mentale, raccontano di un’insaziabile sete di potere, sottolineano lo sfruttamento lavorativo, illustrano la coercizione e le percosse subìte, i metodi di spionaggio e di stalking, confessano la raccolta di dati personali a scopo intimidatorio.

Il mea culpa degli otto protagonisti di Going Clear risulta un po’ tardivo, dopo interi lustri di onorata carriera? Forse sì. Ma i loro profili statuari, all’apice della gloria, nei giorni di celebrazione in immensi impianti sportivi e in un tripudio di applausi e scenografie da parata paramilitare, sono più eloquenti delle loro stesse parole. Registrate, al pari di quelle di migliaia di altri convinti seguaci di Scientology, da sofisticate “scatole” di (presunte) verità.


Going Clear: Scientology e la prigione della fede (Going Clear: Scientology and the Prison of Belief). Un film di Alex Gibney. Con Paul Haggis, Lawrence Wright, Marty Rathbun, Mike Rinder, Jason Beghe. Documentario. Rating Kids+16. 120 min. USA 2015


In collaborazione con ACEC – Associazione Cattolica Esercenti Cinema

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