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Il Centro Italiano Femminile della Spezia in cammino verso Firenze

di Giuseppe Savoca

La prospettiva ecclesiale, ma anche culturale e filosofica, rappresentata dal convegno nazionale che la Chiesa italiana terrà in autunno a Firenze, quinto della serie iniziata a Roma nel 1976, è stata al centro di un’interessante iniziativa promossa dal Centro italiano femminile e svoltasi sabato 16 maggio 2015 alla Spezia nella sala di Tele Liguria Sud. Relatori dell’incontro sono stati il vescovo diocesano monsignor Luigi Ernesto Palletti e don Stefano Olivastri, direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose a Genova. Il vescovo Palletti ha parlato sul tema “In Gesù il nuovo umanesimo: senso e percorso del convegno di Firenze”. Olivastri , a sua volta, ha analizzato le “Contraddizioni dell’uomo contemporaneo: la prospettiva antropologica”. Al centro di questa iniziativa c’è stata dunque una visione ampia della prospettiva del convegno, nella quale la dimensione ecclesiale si pone ancora una volta al servizio della persona umana, coinvolta, nell’epoca post moderna e globale, da trasformazioni profonde, spesso capaci di mettere a rischio i capisaldi stessi della natura e, per conseguenza, di provocare pericolose derive di carattere sociale. Il vescovo, nel suo intervento, ha ricordato le motivazioni e le prospettive del convegno fiorentino. «Il convegno – ha detto – esplicita quella “vita buona del Vangelo” che è radicata nel Signore Gesù, il quale essendo, per noi cristiani, mistero di umanità e divinità, prende tutta l’umanità e tutta la trascendenza. Diventa pertanto modello forte di nuovo umanesimo, perché in Cristo nulla viene mortificato dell’umanità ma tutto viene elevato in un orizzonte che l’umanità da sola non potrebbe conoscere. La proposta cristiana non umilia mai l’uomo, bensì propone un uomo nella sua pienezza. Il titolo del convegno rispecchia proprio questo: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”». Ciò che frammenta, che divide, non appartiene al Vangelo: per questo, ha proseguito il vescovo, alle domande del nostro tempo, domande appunto di un nuovo umanesimo, dobbiamo dare risposte che non frantumino. Questa metodologia, che è sull’onda lunga del Concilio ed in particolare della “Gaudium et spes”, è importante, e va applicata ai diversi temi proposti come riflessione. L’uomo deve essere aiutato a comprendere il suo limite, la sua fragilità. Non è vero che la tecnologia può darci tutto: «Più siamo evoluti, più un meccanismo è complesso, più esso è anche fragile. L’antica meridiana forse poteva non essere perfetta, però c’era il sole che spuntava…». Di fronte alla complessità del tempo, e quindi alla sua fragilità, diventa più urgente dare un’indicazione al senso della vita, dell’umanità. Il convegno punta a risposte chiare ed efficaci su questi punti. A sua volta, don Olivastri si è soffermato più in dettaglio su alcune delle sfide antropologiche del nostro tempo, ivi compresa quella rappresentata dall’”ideologia del genere” (vedi anche articolo qui a fianco). Le indicazioni tematiche contenute nella traccia di preparazione del convegno, ad iniziare dagli ormai noti “cinque verbi”, suggeriscono linee e metodi per affrontare quelle sfide alla luce del pensiero cristiano. Il vero umanesimo, valido per tutti i tempi della storia e quindi anche per quello attuale, è nelle parole e nell’insegnamento del Signore Gesù. In Lui troviamo una prospettiva unitaria per l’uomo, alternativa alla crescente frantumazione attuale. «Guardando al Cristo – ha detto don Stefano – so dare lo spazio giusto a quel piccolo frammento che è la mia vita, con la mia esperienza di comunità e di Chiesa … Nei “cinque verbi” c’è l’invito a leggere la realtà con delle tendenze che vanno in senso opposto, e questo ci dice già come la voce  della Chiesa sia una voce liberante, capace di leggere il reale in cui tutti siamo immersi, credenti e non credenti, con una prospettiva di vera liberazione». Fondamentale, nell’azione che deve seguire all’analisi delle cose, è senza dubbio il ruolo dell’associazionismo, ed in particolare dell’associazionismo cattolico. L’incontro, molto partecipato, si era aperto con gli interventi introduttivi della presidente provinciale del Centro italiano femminile Angela Marciò e della presidente regionale M. Rosa Biggi.

da Avvenire, 24 maggio 2015

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