segni dell'umano

Io sono Mateusz, voglio vivere

di Arianna Prevedello

Persone affette da forti disabilità che non riescono a dimostrare a chi li assiste di essere in realtà presenti a se stesse: quante? È il dubbio che rimane dopo aver visto il film del regista polacco Maciej Pieprzyca. Nella realtà è la vita di Przemek, un ragazzino semiparalizzato come Mateusz che a 16 anni riesce finalmente a farsi capire, contro i 25 raccontati nel film. Tanto è il tempo che ci vuole per liberarsi dell’etichetta di “vegetale” e di dimostrare che si è sempre capito, pur imprigionati nell’impossibilità comunicativa. Tutti gettano la spugna tranne la famiglia finché non arrivano tempi migliori anche le persone disabili.

Il tutto è raccontato senza lacrima facile e imboccando una strada nuova. In Polonia, infatti, finora non era stato realizzato nessun film con protagonista un personaggio disabile. E come prevedibile non è stata affatto una passeggiata: solo la scrittura della sceneggiatura ha richiesta più di un trattamento. La conoscenza del mondo della disabilità non era tra l’altro una prerogativa del regista che si appassiona al tema grazie ad un’amica, Ewa Pieta a cui è dedicato il film. Nel 2003 fu lei a realizzare il documentario Come una farfalla sul giovane Przemek. Purtroppo Pieta è deceduta per tumore solo tre anni dopo e Pieprzyca ha deciso di proseguire il filone da lei inaugurato, incontrando Przemek e altri ragazzi con disabilità simili alla sua, da cui trarre spunto per raccontare le loro esistenze.

Il titolo originale Chce sie zyc in polacco significa letteralmente “vuole vivere”, una sensazione che non viene mai a mancare lungo il film. La cifra dell’opera è nell’interpretazione ottenuta da Dawid Ogrodnik, nel ruolo del protagonista Mateusz. Il sassofonista del film Ida, premio Oscar come Miglior film straniero, scende nei panni di un disabile con straordinaria convinzione tanto da far venire il dubbio che nel film fosse stata coinvolta una persona veramente paralizzata. Ogni suo movimento, trascinamento, sussulto, battito di ciglia, mugugno, sguardo, sbavatura custodisce l’umano che ci accompagna a conoscere e a vivere con le membra della sua normalità. In tal senso stordisce – dalla bellezza – il fascino che quel drammatico desiderio di alzarsi in piedi, cercato e difeso con tutte le sue forze, procura anche a noi perfettamente eretti ma talvolta reietti dentro. Molto abbiamo da imparare da Mateusz e Przemek, senza retorica.


Io sono Mateusz (Chce sie zyc). Un film di Maciej Pieprzyca. Con Dawid Ogrodnik, Dorota Kolak, Arkadiusz Jakubik, Helena Sujecka, Mikolaj Roznerski. Drammatico, durata 112 min. Polonia 2013.


In collaborazione con ACEC – Associazione Cattolica Esercenti Cinema

 

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