rassegna stampa

La Casa della carità, “dono” per Firenze 

di Riccardo Bigi

Il punto d’accoglienza sarà il lascito del Convegno ecclesiale nazionale alla città

«C’è chi si chiede dove vanno i fondi dell’8xmille: vanno a finire qui, in opere come questa. Sono soldi della gente che attraverso la Chiesa tornano alla gente». Così il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha presentato la Casa della carità di cui sono stati avviati i lavori di realizzazione nella zona di Novoli nel capoluogo toscano. Si tratta dell’opera che la Chiesa italiana lascerà a Firenze come «segno» in occasione del Convegno ecclesiale nazionale del prossimo novembre.

Il progetto, ha ricordato Betori, vede convergere tre realtà che mettono in campo le loro risorse: insieme alla Conferenza episcopale italiana, ci sono anche l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e l’arcidiocesi di Firenze che, oltre al contributo economico, provvederà alla gestione della struttura attraverso la Caritas, i volontari delle parrocchie del quartiere e la presenza di una comunità di suore. L’arcivescovo di Firenze ha sottolineato anche il profondo legame di questa struttura con quello che sarà il tema del Convegno di Firenze, “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”: la Casa della carità sarà proprio un esempio di come l’umanesimo cristiano risponde ai bisogni più veri della persona. E, se è vero che la solitudine oggi è una delle grandi emergenze sociali, questa struttura si propone di dare risposte agli anziani e ai bambini, creando un ambiente dove le generazioni possano incontrarsi e vivere insieme.

All’inaugurazione dei lavori sono intervenuti il presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Umberto Tombari, il direttore della Caritas diocesana, Alessandro Martini, i rappresentanti del Comune e del quartiere, oltre ai parroci della zona e a diversi abitanti curiosi di conoscere la struttura che rappresenta anche un importante intervento di riqualificazione urbanistica.

Dopo un lungo intervento di bonifica, infatti, in questi giorni comincia la fase di costruzione che prevede l’apertura nella primavera prossima di un «condominio solidale» con diciotto appartamenti per anziani soli o coppie. Nasceranno anche un’area per l’infanzia, un centro diurno aperto al quartiere, un piccolo centro di accoglienza per senza dimora e l’abitazione delle suore che saranno la presenza fissa della Casa della carità. Una struttura all’avanguardia, con una copertura di pannelli solari, una lavanderia comune e una grande corte che diventerà, hanno sottolineato i progettisti, una piazza aperta per la gente del quartiere. Far vivere insieme anziani, bambini, famiglie è proprio la grande e innovativa scommessa di questo progetto che va a incidere su una periferia urbana, quella di Novoli, che vede rapide trasformazioni e che affronta grandi urgenze sociali.

da Avvenire, 19 maggio 2015

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