rassegna stampa

«La Chiesa sia aperta»

di Luigi Russo

«Il nostro compito non è di costruire muri, ma ponti; è quello di stabilire un dialogo con tutti gli uomini… E per dialogare bisogna abbassare le difese e aprire le porte». Ha fatto proprie le parole di papa Francesco, il vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, aprendo l’altra sera i lavori del 29° Convegno pastorale della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca ad Alessano sul tema «Con Cristo dentro le ferite dell’uomo di oggi per un nuovo umanesimo». E ha risposto in questo modo alla sollecitazione del vescovo Vito Angiuli, preoccupato di dare alla sua Chiesa un preciso impulso missionario, ponendo l’attenzione su due questioni spinose («ferite»): quella delle ideologie sulla sessualità umana (gender) e quella della dipendenza da giocod’azzardo e dall’usura. Il segretario generale della Cei non ha nascosto ai 300 operatori pastorali presenti la consapevolezza da parte della Comunità ecclesiale di trovarsi in un momento nel quale si sta affermando «una barbarie, anche ideologica, che non conosce limiti», che tocca tutti i livelli della vita, dalla famiglia all’affettività, alle relazioni sociali e lavorative, alle relazioni internazionali, economiche, politiche. Tuttavia la risposta a queste grandi insidie non può essere data, come spesso è successo in passato, da una chiusura a riccio nella propria identità e nella difesa della ortodossia; è necessario fare «un passo decisivo per riprendere l’iniziativa», senza paure, «e stare al mondo senza rinunciare al proprio contributo di verità, di amore e di bellezza».

Più specificamente, Galantino pensa che occorre coinvolgere in maniera sempre più responsabile e credibile la comunità credente in scelte «che contribuiscano a trasformare situazioni di umanesimo negato in storie di umanesimo riuscito», che significa «introdurre nella storia germogli di un’altra umanità». Questa è la missione della Chiesa, oggi, e la traccia del convegno ecclesiale di Firenze, la riassume in 5 verbi: uscire, annunciare, educare, abitare, trasfigurare. Galantino fa poi esplicito riferimento alla Evangelium gaudium, nella quale è ben definito il progetto missionario della Chiesa dei nostri giorni: «Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie».

da Avvenire, 27 maggio 2015

Lascia un commento

You must be logged in to post a comment.