rassegna stampa

«La sfida di abbracciare l’umanità di oggi»

di Antonio Rubino

Il Convegno ecclesiale nazionale di Firenze «sia una occasione per rileggere, insieme, l’ora presente e introdurre germogli di un’altra umanità». Lo ha detto ieri il vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenendo a Gravina di Puglia, all’incontro di aggiornamento teologico-pastorale per il presbiterio della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti. Al centro della riflessione l’appuntamento della Chiesa italiana del prossimo novembre a Firenze.

C’è il rischio, ha esordito Galantino, che il Convegno, davanti al numero e all’importanza delle prossime iniziative – Sinodo dei vescovi sulla famiglia, Assemblea generale dei vescovi, Anno giubilare sulla misericordia – possa diventare l’ennesimo evento. Rischio che può essere scongiurato se lo si inserisce nel solco dei quattro Convegni che l’hanno preceduto (Roma, Loreto, Palermo e Verona), dai quali emergono «i tratti di un cammino di missione della Chiesa italiana, di cui non abbiamo sempre la percezione », ha spiegato. Nel Convegno ecclesiale di Roma del ’76 «si è incentrata nuovamente l’attenzione sulla evangelizzazione»; nell’85, a Loreto, al centro del dibattito ci sono stati i processi sociali, con una successiva esplicita definizione – dieci anni più tardi – nel Convegno ecclesiale di Palermo, in cui si è approfondito il tema della carità («Ci sono ancora oggi politici che definiscono il welfare una spesa e non un investimento, se questa mentalità non cambia non andiamo da nessuna parte», ha osservato Galantino); a Verona si è avuta la riconciliazione tra approccio pastorale e cultura. Firenze «potrà rappresentare una sintesi operativa e dinamica del percorso dei Convegni precedenti », poiché «c’è un filo rosso che li unisce».

«C’è – per il segretario generale della Conferenza episcopale italiana – un clima culturale che mostra evidente fastidio per tutto ciò che fa riferimento a Cristo e alla Chiesa». Perciò «Firenze non potrà essere una riflessione asettica su una condizione storica tormentata da fondamentalismi e ingiustizia». Galantino ha sottolineato che papa Francesco desidera fortemente che il Convegno abbia «un impatto sulla vita della gente». Ecco che l’appuntamento di Firenze «non sarà un insieme di pensosi interventi ma raccoglierà racconti e testimonianze dal basso che diano da sperare nel cambiamento». «Firenze – ha aggiunto – sarà una occasione per uscire incontro all’umanità di oggi». «Senza una comunità di fede accogliente – ha proseguito il vescovo – Gesù Cristo diventa una immaginetta». Uscire, ha sottolineato, non significa «uscire con l’elmetto e la lancia in resta per pungere qualcuno, ma significa incontrare e imparare », altrimenti quello della «Chiesa in uscita rischia di diventare uno slogan vuoto».

Nel pomeriggio di ieri Galantino è intervenuto a Lecce alla «Giornata per Firenze» organizzata dall’arcidiocesi.

L’attenzione delle Chiese di Puglia alla preparazione dell’evento toscano vive oggi un nuovo appuntamento. A San Giovanni Rotondo si tiene, dalle 10, nel centro di spiritualità “Servi della Sofferenza” il Convegno «La forza della debolezza. Educare nel tempo della fragilità e della liquidità» che chiude un ciclo di quattro incontri organizzato dalle diciannove diocesi pugliesi.

da Avvenire, 18 aprile 2015

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