rassegna stampa

La soddisfazione dei volontari: abbiamo sperimentato una comunità che cammina insieme

di Umberto Folena

Per cinque giorni hanno consigliato e aiutato i 2.200 delegati. Un grande lavoro che ha raccolto il plauso unanime dei partecipanti

Dispensano sorrisi, raccolgono sorrisi; e se li portano a casa. Ma dietro i sorrisi, dati e presi dai più di mille volontari messi in campo dalla Chiesa fiorentina, ci sono un accurato lavoro di preparazione e soprattutto grande capacità di adattamento e sapienza nell’improvvisazione, di fronte all’imprevisto. Impegno a cui ha reso onore anche il cardinale Angelo Bagnasco durante la conferenza stampa conclusiva: «Rendiamo onore al grande numero di volontari che ci han- no accompagnato in questi giorni, perché l’animo del popolo italiano, al di là delle difficoltà, è questo, e questo è il sentire profondo della nostra gente, capace di generosità e dedizione agli altri». Smistare, indirizzare, consigliare… a volte proibire, sempre assistere. Giuseppe Cuminatto, volontario in pettorina gialla, responsabile della pastorale familiare diocesana, non nasconde la sua soddisfazione: «Credo che noi fiorentini abbiamo dimostrato grande capacità di adattamento di fronte alle esigenze del momento dei delegati, improvvisando bene quando c’era da improvvisare. Sentirsi dire dai delegati in partenza: ‘Complimenti per l’organizzazione’ fa indubbiamente piacere». Chiara Martini, 23 anni, quinto anno di Giurisprudenza, era la referente dei volontari assegnati agli alberghi. «Si trattava di accogliere i delegati e accompagnarli ». Alcuni volontari hanno potuto dare la disponibilità solo per alcuni giorni e ore, altri come Chiara – sono rimasti in servizio per tutta la settimana. «I momenti più delicati e faticosi? Gli spostamenti, specialmente giovedì pomeriggio in trenta posti diversi per incontrare la storia e l’attualità della Chiesa fiorentina».

Che cosa si portano a casa i volontari? «Tanti sorrisi – spiega Cuminatto – tutti quelli che ho colto sul volto di tanti delegati, espressione di una Chiesa che sa sorridere». Tutto perfetto? «A essere sincero, mi sarebbe piaciuto vedere più laici, più giovani e più famiglie ». Chiara Martini è sulla stessa lunghezza d’onda. «È stata un’esperienza molto arricchente, a tratti perfino commovente. Da volontaria non ho potuto godermi il Convegno come avrei desiderato, ma l’ho potuto apprezzare di riflesso osservando i delegati». Perché commovente? «Per me, giovane fiorentina, l’idea che il Convegno ecclesiale sia stato celebrato proprio qui, nella mia città, mi commuove. Ho sperimentato davvero una Chiesa che cammina insieme. Anche noi volontari venivamo da esperienze diverse: parrocchie, Ac, Cl… Ma abbiamo collaborato in un clima bello». Che anche questa, nel concreto, sia sinodalità?

da Avvenire, 14 novembre 2015

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