rassegna stampa

Le «Misericordie», l’esercito della solidarietà nato prima di Dante e della Cattedrale

di Riccardo Bigi

 Si trova a Firenze la casa madre di un ‘movimento’ che riunisce oggi oltre 700 confraternite e circa 670mila iscritti in tutta Italia. E che conserva come agli inizi la sua trasversalità: persone di ogni estrazione sociale, unite da uno spirito di gratuità ben sintetizzato dal saluto che ci si scambia alla fine di ogni servizio: «Dio te ne renda merito»

Concludendo la sua omelia, nella Messa allo Stadio, papa Francesco ha voluto sottolineare che «l’umanesimo, di cui Firenze è stata testimone nei suoi momenti più creativi, ha avuto sempre il volto della carità». Un’immagine evidente di questa affermazione è la Misericordia di Firenze, non a caso una delle realtà fiorentine che ieri i partecipanti al Convegno ecclesiale nazionale sono stati invitati a incontrare. Oggi quello delle Misericordie è un movimento vasto, che riunisce oltre 700 confraternite e circa 670mila iscritti in tutta Italia, dei quali oltre 100mila sono impegnati permanentemente in opere di carità (i cosiddetti fratelli “attivi”). Il nome delle misericordie si ritrova nell’assistenza ai malati e agli anziani, ma anche nelle grandi emergenze: alluvioni, terremoti, o nell’accoglienza dei profughi in arrivo sulle coste italiane. Un movimento che si è esteso anche all’estero, ad esempio con la nascita qualche anno fa della Misericordia di Betlemme. Ma le origini della Misericordia di Firenze, “casa madre” di tutto il movimento, risalgono al 1244: poco prima della nascita di Dante e prima ancora che iniziasse la costruzione della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Accogliendo i convegnisti nell’antica sede della confraternita, proprio davanti al Duomo, il provveditore Andrea Ceccherini ha ricordato che la Misericordia «ha preceduto l’umanesimo fiorentino e poi lo ha accompagnato come testimone e protagonista: fu il primo esempio al mondo di come le opere di carità potessero trasformarsi in azione costante e organizzata». Un sodalizio che riuniva, allora come oggi, nobili e persone del popolo, artigiani e operai, uomini di Chiesa e uomini delle istituzioni: tutti insieme nella gratuità accontentandosi, come ricompensa, di quel “Dio te ne renda merito” che i confratelli si scambiano alla fine di ogni servizio. La storia della Misericordia si intreccia profondamente con quella di Firenze: la peste del Trecento la vide impegnata nel dare sepoltura ai morti e nell’assistere i malati; guerre, carestie, alluvioni l’hanno sempre vista in prima fila per portare aiuto e conforto. Malati, anziani, poveri: tutti trovano nella Misericordia una mano amica. L’ispirazione, d’altra parte, è quella antica delle sette opere di misericordia suggerite dal Vangelo: e l’Anno della misericordia voluto dal Papa è stato accolto, ovviamente, con particolare gioia da chi da quasi otto secoli ha fatto della misericordia divina il principio ispiratore di ogni sua azione. Oggi davanti alla sede le antiche lettighe sono state sostituite da modernissime ambulanze che ogni tanto con le loro sirene squarciano il silenzio della piazza.

da Avvenire, 13 novembre 2015

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