rassegna stampa

Pranzo alla mensa Caritas con il «tesserino»

di Riccardo Bigi

Alla mensa Caritas, povero tra i poveri: prima di sedersi a tavola per il pranzo papa Francesco ha ricevuto il tesserino che ogni giorno ogni ospite usa per potersi registrare. Una tavolata con sessanta commensali, pasta al sugo e ribollita, spezzatino e purè e, in via eccezionale, un dolce per far festa.

Poco prima, in Cattedrale, Francesco aveva ricordato che «non esiste umanesimo autentico che non contempli l’amore come vincolo tra gli esseri umani» e aveva richiamato l’opzione per i poveri, ripetendo le parole della Evangelii gaudium: «Siamo chiamati a scoprire Cristo nei poveri, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche a essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro». Fermandosi a pranzo alla mensa di San Francesco Poverino, ha voluto dare corpo e visibilità a queste parole.

A tavola con lui gli stessi ospiti che la Caritas accoglie ogni giorno. «Erano 32 italiani e 28 stranieri, di 15 diverse nazionalità, uomini e donne di età diverse e di diverse religioni, compresi alcuni musulmani», racconta il direttore della Caritas di Firenze Alessandro Martini. «Il Papa ha trovato sul tavolo le stoviglie che usiamo ogni giorno e la brocca con l’acqua del rubinetto. Ha gustato quello che i nostri cuochi avevano preparato, ha salutato tutti i commensali, uno ad uno, tutti i volontari e gli operatori». Gli stessi volontari che da anni coprono il turno settimanale del martedì: a loro è toccata la fortuna di avere tra gli ospiti anche il Papa. «Una gioia immensa – raccontano – e una grande con emozione, pur sapendo che era un pranzo normale: ci abbiamo messo lo stesso amore con cui serviamo gli ospiti tutte le settimane».

Un pranzo familiare, come avviene ogni giorno in questa mensa dove tra i commensali si crea amicizia e confidenza. Un pranzo gioioso, intervallato ogni tanto dal grido “Viva Francesco”. «Alla fine – conclude Martini – il Papa ha regalato a tutti un rosario e ha avuto una parola buona per tutti. Questo pranzo è stato un bel dono per noi, ma anche un bel segno per la Chiesa e per la società».

da Avvenire, 11 novembre 2015

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