rassegna stampa

Riflessioni per un nuovo umanesimo

di Riccardo Bigi

“È la città di Firenze, e non la comunità ecclesiale, a convocarci per parlare dei temi dell’umanesimo: temi che riguardano tutti”. E’ il saluto che il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha portato al primo dei quattro incontri organizzati dall’amministrazione comunale in preparazione al Convegno ecclesiale nazionale che si svolgerà proprio a Firenze dal 9 al 13 novembre. “Tutti i convegni ecclesiali nazionali – ha ricordato Betori – hanno rappresentato delle finestre sui problemi dell’uomo. Oggi è la figura stessa dell’umano che è in gioco: questo è il senso del nostro interrogarci”.

Betori ha citato le parole che Mario Luzi rivolse nel 1986 a Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita a Firenze, quando il poeta ricordò al Papa che proprio a Firenze la parola “uomo” era risuonata in modo nuovo con la nascita dell’umanesimo. Secondo Betori, è importante riflettere anche su come questa idea di uomo si è sviluppata nella storia: “i campi di concentramento del Novecento, i lager ei gulag, sono il simbolo di un umanesimo incompiuto”.

L’incontro, introdotto dal sindaco Dario Nardella, ha visto gli interventi di mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vice Presidente della Cei, e di Ernesto Galli della Loggia. “Oggi – ha affermato mons. Brambilla – c’è bisogno di un nuovo umanesimo perché l’umanesimo storico è stato contaminato nelle epoche successive, con una concezione autonomista dell’uomo che è diventata semplice umanitarismo, oppure ha prodotto gli orrori del Novecento”. “Oggi – ha sottolineato mons. Brambilla – l’umanesimo diventando umanitarismo ha posto l’accento sui diritti individuali, e non sa più indicare le pratiche per una vita buona. Nell’umanesimo storico – ha proseguito – l’uomo non può pensare l’io senza un debito verso l’altro, verso il tu o verso il noi. Oggi invece l’individuo è un re nudo, un sovrano senza regno: il nuovo umanesimo deve ribadire che l’uomo è creato per il dialogo”. Secondo Galli della Loggia, “L’idea che l’uomo costituisce in sé un valore: questo è il cuore dell’umanesimo che è nato a Firenze mettendo insieme il retaggio classico, greco-romano, con il cristianesimo. E’ un’idea che è propria della civiltà europea, e che non è condivisa in tutte le culture”. “L’umanesimo – ha aggiunto – ha posto per la prima volta il valore della persona umana come valore universale. Prima di pensare a un nuovo umanesimo – ha concluso – dovremmo chiederci se in quello vecchio c’era qualcosa che non andava”.

Fonte: toscanaoggi.it (11 settembre 21o5)

1 Commento a “Riflessioni per un nuovo umanesimo”

  1. Silvana
    il

    L’umanesimo è guardare al frtello e attivarsi all’ombra di Gesù.
    Oggi ci sono tantissime solitutidini e sofferenze di anziani, famiglie e giovani, che potrebbero essere alleggerite dalla fraternità in Gesù

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