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Una Chiesa che accoglie e cammina. Gli immigrati cattolici in Italia

dalla Fondazione Migrantes

La Chiesa in Italia, popolo in cammino, “cresce” anche grazie al mondo della mobilità umana e delle migrazioni. Negli ultimi venticinque anni in Italia, tra i 5 milioni di immigrati, di diversa fede religiosa e confessione cristiana, sono arrivati circa 1 milione di fedeli cattolici. Fedeli di tradizioni diverse (latina, bizantina, siromalabarese, siromalancarese, copti, armeni, caldei…), di ogni continente, di molte nazionalità (almeno 80). Sono fedeli che nella nostra comunità abbiamo conosciuto come lavoratori della terra, nelle nostre famiglie, in azienda e nelle industrie, nei servizi: purtroppo talora sottopagati, sfruttati, privati anche di diritti fondamentali come quello della giusta retribuzione, del riposo, della sicurezza.

Questo popolo nuovo di fedeli lo abbiamo incontrato anche nelle scuole, dove almeno 150.000 degli 800.000 studenti sono cattolici: una realtà di confronto significativo anche nell’ora di insegnamento della religione cattolica, che spesso arrivano a frequentare numerosi anche i nostri Oratori, nei campi di gioco come nelle attività di formazione catechistica. Alcuni fedeli cattolici, armeni, copti erano anche tra i 170.000 che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2014 e tra i 35.000 che hanno continuato ad attraversarlo in questi primi mesi del 2015. Alcuni di loro, come hanno dimostrato alcune immagini e i racconti dei superstiti, hanno trovato la loro morte soprattutto nei drammatici naufragi del 3 ottobre 2013 e del 19 aprile di quest’anno: un dramma che provoca le nostre coscienze e le apre anche alle ingiustizie che provocano sofferenza, violenze e morte in tanti nostri fratelli ‘più piccoli’. “La Parola cammina” (D.V. 13) anche attraverso i piedi, le strade, i viaggi dei migranti cattolici, riuniti in 750 comunità nelle nostre diocesi e seguiti da 1500 preti: loro meglio di ogni altro – anche perché provati dalla fame, dalla guerra, dalla persecuzione politica e religiosa, dai disastri ambientali – interpretano il verbo ‘uscire’, una delle parole chiavi che papa Francesco indica quale missione della Chiesa nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (n. 24) e una delle strade che guidano il cammino della Chiesa in Italia verso il Convegno ecclesiale nazionale di Firenze. Uscendo dal proprio Paese – per ragioni economiche o forzate –, e arrivando in tante periferie delle nostre città, i migranti cattolici portano con sé la ricchezza di una tradizione di fede, una storia di evangelizzazione segnata da vecchi e nuovi martiri, una comunicazione della fede essenziale e immediata, la cura dei sacramenti come ‘segni dell’amore di Dio’ che accompagna ovunque il suo popolo, una religiosità popolare intensa. Fratelli della fede da non avere paura di incontrare e ascoltare, con cui camminare insieme, “non aggiungendo qualche gesto di attenzione, ma ripensando insieme, se occorre, i nostri stessi modelli dell’abitare, del trascorrere il tempo libero, del festeggiare, del condividere” – come ci ricorda la Traccia verso il Convegno ecclesiale nazionale di Firenze (p.50). In una storia di Chiesa sinodale che, come mai, anche attraverso la presenza dei migranti, ha assunto un respiro ‘cattolico’.

La traduzione in diverse lingue – inglese, francese, spagnolo, rumeno, ucraino, ungherese, albanese… – della sintesi della Traccia per il cammino verso il 5° Convegno ecclesiale nazionale di Firenze e la pubblicazione sul sito ufficiale del Convegno, raccoglie la sfida dell’accoglienza di fratelli e sorelle di altre Chiese, per costruire una ‘Chiesa di Chiese’ (Tillard) in Italia, educata all’interculturalità e al dialogo religioso, che con fede, speranza e carità, continuamente trasfigurata dalle Beatitudini evangeliche, sappia scrivere una pagina nuova, interecclesiale e interetnica, della storia della Chiesa in Italia. La storia di un nuovo umanesimo che si nutre di un’esperienza di fede aperta al mondo, concreto, plurale e integrale, impastato di trascendenza, ‘insaporita’ dall’unzione dello Spirito: che contribuisce oggi al ‘di più’ dello sguardo cristiano sull’uomo e sul creato.

Mons. Gian Carlo Perego
Direttore generale Fondazione Migrantes

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