rassegna stampa

«Vai pulito Francesco». Il coro simpatizzante dei fiorentini

di Andrea Fagioli

Firenze, a detta dei fiorentini stessi, ha risposto in modo superiore alle più ottimistiche previsioni. Tanta gente per strada il 10 novembre. Per non parlare dello stadio “Artemio Franchi” riempito da oltre cinquantamila persone. Altre migliaia nell’attiguo stadio “Luigi Ridolfi” da dove all’imbrunire il Papa è decollato alla volta del Vaticano non prima di aver sorvolato quell’improvvisata grande chiesa a cielo aperto riscaldata da un sole novembrino che ha avuto dell’incredibile.

I fiorentini, si sa, sono anche simpatici, ma il più delle volte sono scettici e diffidenti. Pronti a sottolineare il lato negativo delle cose, anziché quello positivo. Hanno sempre qualcosa su cui borbottare (bofonchiare, si dice da queste parti). Ma Francesco ha compiuto il “miracolo”. E non ce ne voglia il Santo Padre per questa affermazione azzardata che mediamo da una battuta di un fiorentinissimo come l’attore e regista Leonardo Pieraccioni che l’ha postata sui social network a proposito dei viali di circonvallazione senza traffico martedì 10 novembre. In realtà il “miracolo” l’ha compiuto nel cuore dei fiorentini. La città ha mostrato al Papa un volto bello.

Mentre ai delegati ha raccontato se stessa, il suo ieri e il suo oggi, i suoi molteplici e variegati volti in occasione dei trenta incontri in altrettanti luoghi significativi della città. I delegati hanno apprezzato l’iniziativa. In molti hanno espresso riconoscenza a più riprese e in più occasioni.

Il cardinale Giuseppe Betori conferma che Francesco è rimasto particolarmente colpito per l’affetto dimostrato dalla città. L’Arcivescovo di Firenze ha dovuto anche cambiare una citazione del grande poeta di casa, Mario Luzi, circa una città che avrebbe i risvolti secchi e fieri dei fiorentini per trasformarla in una città “tutta cuore”, perché la gente che era lì allo stadio era uno spettacolo da mozzare il fiato e il Papa l’ha percepito con profondità. Quella gente tutto esprimeva fuorché secchezza e fierezza, erano ai piedi di Francesco per dirgli e ripetergli: “Ti vogliamo bene”, come molti hanno ripetuto durante il tragitto per le strade cittadine. “Grande Francesco”, “Resisti Francesco”, “Vai pulito Francesco” gli hanno gridato.

Ed è soprattutto questo “Vai pulito Francesco” a colpire il fiorentino d’adozione Giuseppe Betori, che ormai capisce bene i doppi sensi dei modi di dire del “suo” popolo, nel bene e nel male. In questo caso tutto bene. “Vai pulito Francesco”significa vai liscio, vai libero, supera gli ostacoli, non farti mettere freni. Il Papa è rimasto contento e in alcuni momenti si é persino commosso. Con lui, a Firenze, si sono commossi anche i tanti “Don Camillo” che in Toscana esistono eccome. Preti inquieti, ma felici, che conoscono le gioie e i dolori della loro gente, che ci vivono in mezzo, in prossimità.
Il maggior pericolo per la Chiesa, ha detto il cardinale Angelo Bagnasco rispondendo alla solita domanda trabocchetto in conferenza stampa a conclusione del Convegno, è la “tiepidezza spirituale”. Un pericolo che Firenze non ha corso nell’abbracciare Papa Francesco.

Fonte: SIR – Servizio Informazione Religiosa (16 novembre 2015)

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