contributi

Verso il Convegno di Firenze

dall'Arcidiocesi di Pesaro

Orientare i fedeli a radicarsi nella propria Chiesa locale, tenendo lo sguardo sempre rivolto al cammino ampio di tutta la Chiesa – in particolare italiana – è stata una costante del ministero episcopale dell’Arcivescovo Piero Coccia, anche nell’anno pastorale 2014-2015.

L’Arcidiocesi, infatti, è stata continuamente sollecitata a vivere in sintonia con le indicazioni dei Vescovi italiani, che, promuovendo il prossimo Convegno Nazionale di Firenze, hanno voluto mettere a fuoco il tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”: un tema cruciale non solo rispetto alla grave “crisi dell’umano” riscontrabile in molteplici forme nel mondo contemporaneo, ma anche rispetto alla testimonianza positiva che il cristiano può offrire di un’umanità rinata e ricostruita dall’incontro con Cristo.

Intorno a questo tema dalle molteplici sfaccettature si sono snodate tutte le principali iniziative diocesane, nelle quali si è dato ascolto all’”umano” con il desiderio di cogliere – secondo quanto viene suggerito dalla “Traccia” del Comitato preparatorio – la bellezza di ciò che c’è, nella speranza di ciò che ancora può avvenire”.

In questa prospettiva rientra, innanzitutto, il Convegno diocesano (19-20 settembre 2014) che ha tradizionalmente aperto l’anno pastorale con un tema legato in modo esplicito a quello di Firenze: “Annunciare il Vangelo ai giovani. Un’esperienza di nuovo umanesimo”.

Nel contesto del Convegno, il relatore, prof. Franco Garelli, ha delineato un quadro del mondo giovanile da cui è emersa un’umanità molto più complessa e articolata dei cliché abituali: l’ateismo e l’agnosticismo professati dal 40/45 % dei giovani, ad esempio, sono spesso deboli, non ideologici e dunque aperti al dialogo, disponibili a modificarsi. E anche la criticità dei giovani nei confronti della Chiesa dipende spesso dal desiderio di sentirla più significativa per la loro vita.

Così, rispetto alla domanda “Ma noi che Chiesa siamo per i giovani?”, don Giordano Goccini ha indicato, sulla base della sua esperienza, gli elementi costitutivi di un percorso di pastorale giovanile centrato sull’umanesimo di Gesù Cristo: presenza di “persone adulte nella fede”, che dedichino ai giovani tempo, energie e soprattutto relazioni capaci di farli sentire importanti e utili per il mondo; proposte di “esperienze” (che riguardino non solo eventi particolari, ma soprattutto quelli normali di famiglia, amicizie, amore, scuola, tempo libero, divertimento), attraverso cui aiutare i giovani a riflettere e giudicare la vita quotidiana a partire dalla visione dell’uomo propria di Gesù, radicalmente alternativa a quella del mondo.

Frutto immediato del Convegno è stata la decisione dell’Ufficio di Pastorale Giovanile di riunire tutti gli educatori impegnati con i giovani nelle parrocchie, per impostare e intraprendere un cammino comune, teso alla costruzione di una “nuova umanità”.

Al tema del Convegno Nazionale di Firenze e del Convegno diocesano di settembre si sono ispirate le principali attività degli Uffici Pastorali dell’Arcidiocesi, i cui direttori hanno accolto le indicazioni dell’Arcivescovo.

Sono nate, così, diverse esperienze interessanti.

Pastorale Sociale e del Lavoro. Su iniziativa del direttore diocesano di questo Ufficio, si è attivato, all’inizio dell’anno, un tavolo di lavoro con i responsabili degli Uffici corrispondenti delle diocesi di Urbino e Fano (appartenenti alla Metropolia di Pesaro) e i rappresentanti di varie organizzazioni di ispirazione cristiana (ACLI CISL CdS CdO Confartigianato, Confcooperative, Forum delle Famiglie, MCL, Movimento Focolari).

All’interno di questa collaborazione, sono stati promossi due incontri (a Pesaro il 4 dicembre 2014 e a Fano il 22 aprile 2015) sul tema “Una nuova umanità al lavoro: esperienze in atto”, aventi lo scopo non tanto di offrire analisi, quanto di conoscere “uomini e donne nuovi”, la cui fede in Cristo ha inciso radicalmente sul loro lavoro e sulla loro professione.

Da tali incontri è emerso con chiarezza che il cristianesimo, lungi dall’essere un fatto intimistico e spiritualistico, ha una forte capacità di incidenza nel sociale, e non solo nel sociale del “tempo libero” o del volontariato, ma in quello del lavoro e della professione, a cui può dare un’impronta del tutto nuova.

Hanno partecipato diversi imprenditori, dirigenti, sindacalisti. Tra le esperienze più significative quelle di Livio Bertola (imprenditore piemontese che ha impostato la sua azienda secondo la logica dell’”economia di comunione”, destinando parte del profitto in beneficenza) e di Roberto Andreucci, di Fides Vita, che ha rilevato l’Istituto delle Maestre Pie Venerini in procinto di chiudere, con tutti i rischi implicati, per l’urgenza avvertita di educare le nuove generazioni alla “Vita buona del Vangelo”.

Pastorale Sanitaria. Anche in occasione delle iniziative promosse per la XXIII Giornata Mondiale del Malato – incontro con i malati, i primari, i medici e tutto il personale delle due strutture ospedaliere della città; incontro con gli studenti del Corso di laurea in infermieristica; incontro con i volontari dell’A.V.O. – l’Arcivescovo ha richiamato il Convegno di Firenze, valorizzando la preziosa opera di “umanizzazione” svolta da coloro che si dedicano alle persone sofferenti, rispondendo alle loro esigenze fondamentali (fisiche e relazionali) con spirito di servizio e competenza. Non ha mancato tuttavia di sottolineare come nel malato ci siano anche esigenze rispetto alle quali competenza e generosità non bastano: trovare cioè motivazione e speranza nel dolore. A questo livello, allora, si può scoprire che solo in Cristo, nella sua croce e resurrezione, l’umanizzazione della sofferenza diventa piena.

Pastorale Catechistica. È stato promosso da questo Ufficio, in collaborazione con l’I.S.S.R. “Giovanni Paolo II”, un “Corso di formazione per Catechisti e Operatori Pastorali” tenuto da illustri relatori, quali don Ubaldo Montisci, don Paolo Sartor, prof. Pierpaolo Triani, don Luciano Paolucci, suor Veronica Donatello. Introducendo il Corso, l’Arcivescovo ha evidenziato quanto sia prezioso il servizio dei catechisti nel costruire quella “umanità nuova” che solo in Cristo trova compimento e ha spiegato le “cinque strade” (indicate nella Traccia del Convegno) che anche gli Operatori pastorali devono percorrere: “uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare”. Precisando, in particolare per i catechisti, che ’”abitare” implica un impegno non solo nel proprio tempo e nel proprio territorio, ma anche nella propria chiesa locale ed ’”educare” significa proporre un percorso sistematico e organico di “catechesi”, che, da un lato, consegni ai ragazzi ragioni e significati per vivere, dall’altro eviti un’impostazione puramente teorica, aprendosi alla dimensione caritativa e liturgica.

Pastorale Liturgica. In questo ambito si è riflettuto, soprattutto all’interno del “Corso per i Ministri straordinari della Comunione”, sulla Eucaristia come sorgente di vero umanesimo.

Per “uscire” – è stato detto infatti sempre in riferimento alla Traccia – occorre prima “entrare” nel mistero di Cristo presente nell’eucaristia e affidarsi totalmente a Lui; e così per “abitare”, “annunciare” ed “educare” è necessario essere abitati ed educati dal rapporto con il Signore attraverso l’eucarestia, lasciandosi “trasfigurare” nel sentimento, nel giudizio e nell’azione, in modo da diventare, a propria volta, fermento sempre dinamico di trasfigurazione della realtà.

Comunicazioni Sociali. Grazie alla collaborazione tra questo Ufficio e la Pastorale Catechistica, è stato allestito uno spettacolo multimediale (di arte, musica e poesia) dal titolo E voi chi dite che io sia”, avente per soggetto la novità ed eccezionalità dell’uomo Gesù, che viene presentato in modo problematico, attraverso il percorso non facile di convinzione degli apostoli sulla sua divinità. Lo spettacolo fa parte di un percorso che prevede altre due rappresentazioni dello stesso tipo: una sull’uomo (“Molte sono le cose mirabili, ma nessuna è più mirabile dell’uomo”), già realizzata lo scorso anno; una sulla Chiesa. Sullo spettacolo vengono realizzati dei DVD utilizzabili anche a scuola (dai docenti di religione) e in parrocchia (dai catechisti).

In occasione, inoltre, della XLIX Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali e del Messaggio di Papa Francesco sulla famiglia, l’Ufficio, in collaborazione con la Pastorale Familiare e il settimanale “Il Nuovo Amico”, ha organizzato un incontro sul tema “Comunicare la famiglia”, presieduto dall’Arcivescovo Piero Coccia, con la partecipazione di Luciano Moia, responsabile del supplemento di Avvenire “Noi genitori e figli” e di tre giovani famiglie della diocesi.

È superfluo ricordare che la famiglia è il primo soggetto educativo, il cui compito è prioritario nella costruzione di un nuovo umanesimo in Gesù Cristo.

Caritas. È forse l’ambito in cui più immediatamente è visibile il nuovo umanesimo di Gesù. Il lavoro che la Caritas diocesana, in collaborazione con le Caritas parrocchiali, sta compiendo, pur in mezzo a tante difficoltà, è straordinario. Il Centro d’Ascolto è diventato una “foresta di servizi”: buoni mensa, docce, distribuzione alimenti e vestiario, consulenza di avvocati e assistenti sociali; persino un piccolo “Centro Salute” con medici e dentisti disponibili a prestazioni gratuite due volte la settimana. Il tutto con una schiera di volontari che provengono dalle situazioni più varie. Sono nate fruttuose collaborazioni (come quella con l’Associazione “I bambini di Simone”) e sono stati fatti notevoli passi avanti anche nella sensibilizzazione dei pesaresi, che in più occasioni si sono rivelati molto generosi. Tutta un’opera di umanizzazione che, tuttavia, senza la presenza trasfigurante di Cristo, sarebbe impari contro la povertà e ultimamente sterile.

Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II”. Anche nell’annuale Ciclo di incontri cittadini “In dialogo con la città” è stato messo a tema il nuovo umanesimo generato da Gesù Cristo, facendo sempre attenzione, come raccomanda la Traccia, di evitare una trattazione puramente teorica e di presentare un “umanesimo concreto e in atto”. Sono intervenuti, in questo senso, due testimoni d’eccezione.

Giovanni Ramonda, responsabile della Comunità Giovanni XXIII, che ha raccontato la “rivoluzione” operata nella sua vita dall’incontro con don Oreste Benzi e l’esperienza che ne è derivata (la “casa – famiglia”).

Andrea Riccardi, responsabile della Comunità di sant’Egidio, che ha parlato del grande compito umanizzante della Chiesa nell’era della globalizzazione: affermare e testimoniare all’uomo planetario che, per aprirsi al mondo senza “spaesarsi”, è indispensabile una stabilitas loci, il radicamento in una comunità, la relazione non virtuale con il fratello. Una stabilità, fatta di comunità, di famiglia, di città, di identità di destino.

L’elenco potrebbe continuare, anche perché veramente in ogni ambito il tema del Convegno di Firenze è stato tenuto presente.

L’iniziativa più recente in questo senso è stata la Lettera inviata dai sette delegati ai membri del Consiglio Pastorale e della Consulta delle Aggregazioni laicali, nella quale si chiedeva un intervento scritto (da pubblicare settimanalmente su Il Nuovo Amico) in cui l’ esperienza di ogni comunità (parrocchie, movimenti, associazioni) venisse riletta e descritta a partire dal tema del Convegno stesso: ciò allo scopo sia di mettere le diverse esperienze al servizio di tutti mostrando i vari volti della chiesa di Pesaro sia di aiutare i delegati a vivere in spirito di unità questo importante evento della Chiesa Italiana.

Per facilitare il loro lavoro, nel quale i Consigli si sono impegnati con grande serietà, è stata non solo distribuita la “Traccia”, ma anche preparata una “Sintesi” di essa, che li ha interpellati sulle seguenti domande:

• Le nostre comunità vivono intensamente l’Eucaristia, l’ascolto della Parola, la preghiera, la comunione e la testimonianza?
• Sono luoghi in cui la nuova umanità in Cristo si manifesta al mondo? Sono in grado di esprimere, con umiltà ma anche con fermezza, la propria fede nello spazio pubblico?
• Sanno trasmettere una predilezione per i poveri e una passione per l’educazione dei giovani?
• Le nostre liturgie sono capaci di parlare al popolo, che le celebra ancora numeroso, dentro la cultura di oggi?
• Come introduciamo alla fede un popolo molteplice per provenienza, storia, cultura?

In conclusione, la chiesa di Pesaro condivide pienamente la scelta della Chiesa italiana di dare priorità al tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” e sta cercando di prepararsi al Convegno mettendo in campo varie forze.

Lascia un commento

You must be logged in to post a comment.