rassegna stampa

Testimoni del nuovo umanesimo che nasce da Gesù

di Lorenzo Rosoli

Scola ha incontrato i cinquanta partecipanti della diocesi di Milano all’evento nazionale di novembre. «L’uomo d’oggi non vuole teorie. La Chiesa, anche quella ambrosiana, è chiamata alla riforma»

«L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni». Cita il Paolo VI dell’Evangelii Nuntiandi, il cardinale Angelo Scola, per illuminare la sfida che attende il quinto Convegno ecclesiale nazionale di Firenze sul tema In Gesù Cristo il nuovo umanesimo e per spiegare ai cinquanta delegati della diocesi di Milano come l’evento che si terrà dal 9 al 13 novembre li chiama a «mettersi in gioco in prima persona», a offrirsi «attraverso il racconto». Sarà questa la via per evitare il «rischio del ritualismo», suggerisce Scola. Davanti a lui, in arcivescovado, la delegazione ambrosiana – uomini e donne; laici, consacrati, sacerdoti – che comprende i vescovi ausiliari Franco Agnesi, Erminio De Scalzi, Paolo Martinelli, Luigi Stucchi e Pierantonio Tremolada. Al fianco di Scola, a condurre l’incontro, monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, membro della Giunta del Comitato generale preparatorio del Convegno.

Il «nuovo umanesimo» è un tema familiare alla Chiesa ambrosiana e ricorrente nel magistero di Scola, fino alla sua ultima lettera pastorale, Educarsi al pensiero di Cristo.

Soprattutto: «È un tema profondamente attuale proprio perché secondo l’ottica di molti, oggi, è superato – sottolinea l’arcivescovo –. Siamo figli di un’epoca che ha rimosso il soggetto. Oggi si parla di transumanesimo e di postumanesimo, senza più fare riferimento alla questione del senso. Che però torna sempre a galla». E qui i cristiani hanno una responsabilità decisiva. «Dobbiamo mostrare in atto ragioni ed esperienze dove l’io-in-relazione mantiene tutto il suo peso – scandisce il cardinale – e Gesù Cristo è chiave di volta per il ben vivere di tutta la famiglia umana». E qui si rivela profetica la lezione della Evangelii Nuntiandi. «L’uomo d’oggi non vuole teorie ma vuole vedere, toccare, chiede narrazione, esperienze, ci chiama all’affronto personale e comunitario dei problemi reali». Su questa via, ecco «l’impeto che il papato di Francesco sta dando alla Chiesa », dove alle categorie astratte si preferiscono «processi, gesti, testimonianza». Ai delegati a Firenze – in realtà: a tutti i battezzati – è chiesto di sentirsi «corresponsabili del dinamismo incarnativo» della fede cristiana, dentro quel cammino di «riforma della Chiesa» oggi «esigito, soprattutto in Europa», e «che coinvolge anche la Chiesa ambrosiana».

Il Convegno di Firenze si colloca in uno scenario che abbraccia – in diocesi – la visita pastorale e – per la Chiesa universale – «il Giubileo della misericordia»: un evento «decisivo, importantissimo, per la nostra conversione – afferma infine Scola – e per costruire una Milano più giusta e veramente metropoli». Il 1° ottobre Milano ospiterà in Cattolica il terzo e ultimo «laboratorio nazionale» verso Firenze 2015. I temi: fragilità e cura, lavoro e società, nella luce del nuovo umanesimo.

da Avvenire, 26 settembre 2015

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