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La via dell’abitare

Scheda 5

In ascolto del Vangelo

E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni (Mc 1,29).

Per approfondire

“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti. Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia” (Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 1).

“La parrocchia non è una struttura caduca; proprio perché ha una grande plasticità, può assumere forme molto diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del pastore e della comunità. Sebbene certamente non sia l’unica istituzione evangelizzatrice, se è capace di riformarsi e adattarsi costantemente, continuerà ad essere «la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie». Questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi. La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione. È comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario” (Papa Francesco, Evangelii gaudium, n. 28).

“La dimensione della fede è da sempre iscritta nella configurazione stessa delle nostre città, con le tante Chiese che raccolgono intorno a sé le comunità nello spazio (la parrocchia è parà-oikía, vicina alla casa), e con il suono delle campane che scandisce e sacralizza il tempo. Ma ancor più il cattolicesimo non ha mai faticato a vivere l’immersione nel territorio attraverso una presenza solidale, gomito a gomito con tutte le persone, specie quelle più fragili. Questa sua peculiare ‘via popolare’ è riconosciuta da tutti, anche dai non credenti. Il passato recente ci consegna un numero considerevole di istituzioni, strutture, enti, opere assistenziali ed educative, quali segni incarnati della risposta al Vangelo” (In Gesù Cristo il nuovo umanesimo. Una traccia per il cammino verso il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale).

Una chiesa in uscita diviene luogo di incontro di mondi e storie, spazio in cui si intessono reti di relazioni, nelle quali essa impara ad abitare in esse: davvero è una comunità che sta dentro le case di uomini e donne. Di più, essa abita la storia dell’intera famiglia umana, si immerge in essa, in una solidarietà attenta al grido e alla speranza che vi risuonano. Anche in questo, dunque, essa vive la sequela del suo Signore, il Verbo che ha posto la sua tenda in mezzo a noi. Né essa dimentica che la casa in cui abita la famiglia umana è il mondo creato, realtà fragile e preziosa.

Come osserva il n. 88 di Evangelii gaudium,“il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo”. La chiesa in uscita saprà dunque incontrare in profondità le vite di uomini e donne, saprà accompagnare e condividere, saprà vivere la prossimità per testimoniare di un senso che illumina e trasfigura. Lo stile del dialogo darà corpo a questa dimensione conviviale dell’abitare, che si rinnova in ogni luogo ed in ogni tempo.

La parrocchia – cui si riferiscono alcuni dei testi riportati in questa scheda – ha un ruolo centrale in questa dinamica, ma essa interessa ogni realtà ecclesiale. Pur nella diversità di forme in cui esse si esprimono, tutte sono chiamate ad essere concreta presenza sul territorio, segno espressivo della vicinanza di Dio ad ogni uomo ed ogni donna. Si tratta cioè di abitare l’umano nella varietà delle sue dimensione: città e campagne, tempi e dimensioni della vita, momenti di gioia e di dolore: farsi tutto a tutti – secondo l’indicazione paolina – per portare in ogni ambito la gioia dell’Evangelo, la testimonianza di un Signore che ama l’umanità e le si fa vicino in ogni modo.

Un segno particolarmente importante in tal senso saranno le tante opere della carità cui generosamente si dedicano tante nostre comunità, espressive di un farsi prossimo che sa rivolgersi in primo luogo ai poveri ed ai più fragili. Quando viene testimoniato da una comunità solidale, il Vangelo si manifesta come gioia che illumina anche le difficoltà del vivere.

Per confrontarsi e progettare

• Che significa per la nostra comunità abitare la storia della famiglia umana? In quali momenti della propria vita essa esprime la propria solidarietà con essa?

• Come coltiviamo le relazioni con coloro che ci sono prossimi? Come esprimiamo attenzione per gli uomini e le donne in mezzo ai quali abita la nostra comunità? Quali spazi di incontro sappiamo prevedere? E come potenziarli ed accrescerli?

• Come la nostra comunità sa praticare l’ascolto ed il dialogo nei confronti delle realtà che incontra – sul territorio o nei diversi ambiti di vita in cui è presente? Come sa testimoniare in esse la forza del Vangelo?

• Come la nostra comunità testimonia l’attenzione ai poveri ed ai sofferenti? Quali iniziative specifiche mette in opera in tal senso e come esse coinvolgono i diversi membri? Come pratica la custodia del creato?

In preghiera

Signore,
che hai mandato il tuo Figlio ad abitare la nostra terra,
concedici uno Spirito di sapienza,
che ci insegni a riconoscere la tua presenza nei volti dell’umano attorno a noi.
Amen



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