parole dell'umano

Corpo

di Luca Crapanzano

La parola corpo ha diversi significati semantici che ruotano intorno al concetto di sintesi di più parti, organismo. La filosofia platonica e il suo influsso nel pensiero occidentale, ha fatto considerare il corpo come qualcosa di negativo che appesantisce l’anima; l’incarnazione del Figlio che prende una corporeità sessuata, ha pian piano innescato nel pensiero dei Padri della Chiesa e nella riflessione magisteriale della Chiesa, una visione positiva del corpo umano.

Il complesso figurativo del Cristo Pantocratore nell’abside della Cattedrale di Cefalù, si completa di un’iscrizione latina che in sintesi dice la teologia della corporeità già nell’anno mille: factus homo, factor hominis factique redemptor iudico corporeus corpora corda Deus (fattomi uomo, io il creatore dell’uomo e redentore della mia creatura, giudico da uomo i corpi e da Dio i cuori). Cristo, vero uomo e vero Dio, può giudicare veramente i corpi e i cuori degli uomini perché lui stesso “ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo” (Gaudium et Spes 22).

L’uomo è spirito incarnato e corpo spiritualizzato diceva Emmanuel Lévinas, per sottolineare l’interdipendenza dinamica tra le due dimensioni che costituiscono l’uomo sin dal suo essere creato dal fango (Adamo significa infatti uomo della terra rossa) e dotato di vita dal creatore (Gen 2,7). La teologia visiva del Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti, nella Cappella Sistina, segnando quasi il passaggio dalle certezze ideali del rinascimento ad una novità caotica, mostra una nudità genesiaca senza veli e pudori, ma nello stesso tempo alla ricerca di senso e compimento. I corpi del giudizio universale rivelano un armonia di fondo tra le loro espressioni corporali e il loro giudizio da parte del Redentore: vedi la luminosità e la bellezza dei “corpi salvati”, in contrapposizione all’angoscia e all’oscurità dei “corpi dannati”.

Nella nostra epoca, considerata addirittura trans-umana, il corpo è osannato e idolatrato nel mito della giovinezza eterna; con prodotti estetici e interventi si cercano di fermare i segni del tempo, volendo quasi cristallizzare un’età che non si vive ma si sopporta. Il corpo parla e comunica la verità del nostro essere ancor più che le parole. Una persona triste e delusa può anche dire di stare bene, ma non può nascondere i suoi occhi e il suo volto.


Luca Crapanzano è vicerettore del seminario maggiore della mia diocesi di Piazza Armerina (Enna), docente di teologia morale presso l’ISSR “Mario Sturzo” di Piazza Armerina” e delegato diocesano per il 5° Convegno EcclesialeNazionale.

 

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