parole dell'umano

Cultura

di Massimo Tallarini

Nel clima culturale in cui siamo immersi, la tentazione è sempre quella di lasciarsi scorrere tutto addosso: né lettura (troppa fatica), né silenzio (troppa angoscia), né riflessione (troppa noia): meglio play, cinema, cuffie, chat e cellulare sempre, ovunque e comunque, possibilmente tutto insieme. Meglio far andare il cervello in poltiglia, meglio farsi trascinare dalla corrente, meglio non pensare, meglio che altri pensino al nostro posto.

È facile vedere in noi crescere la paura di fermarsi, sostare, pensare, dar valore a ciò che non è immediatamente utile e produttivo. Ma la cultura dell’uomo è qualcosa di personale, spesso il frutto di tempi lunghi e pazienti e a volte anche faticosi, perché deve crescere e maturare nel cuore.

Leggere ad esempio è faticoso, ma mette a contatto con pensieri, storie, situazioni, problemi, sentimenti che altrimenti mi resterebbero estranei. Leggere è dialogare con un altro lontano da me. E la cultura piccola o grande è sempre uno sguardo che aiuta a vedere più lontano, che libera dalla miopia di chi si concentra solo su di sé. «La riflessione ti custodirà e l’intelligenza veglierà su di te» (Proverbi).

Così quando leggi un libro di un grande autore o guardi un’opera d’arte antica o moderna o osservi un uomo fare un lavoro “a regola d’arte” (fosse anche una sedia in legno ben levigato), la tua testa comincia a partire, si mette vorticosamente a produrre pensieri e non la smette più. È un po’ di luce, è un essere presi, portati via, in un luogo diverso, lontano. Portati a vedere un altro mondo, con prospettive più ampie, meno grigie, più ariose.

L’esperienza diventa una specie di balcone che si apre solo per te e ti stravolge il panorama e allora diviene cultura.

Una definizione di cultura? Si potrebbe dire così: per crescere, per essere uomini liberi e pensanti avremo un compito: ogni giorno trattenere almeno solo una parola delle tante che avremo ascoltato e l’avremo fatta nostra.

L’uomo è esattamente così, ha bisogno di imparare dalle sue esperienze per progredire, ha bisogno di imparare dagli altri per migliorare, correggersi, maturare… diventare uomo insomma! Impara quando guarda la realtà da angolazioni diverse. E tutto questo perché si possa offrire luce nuova al nostro grigiore, per farne in noi un deposito: opere, versi, parole, calcoli, immagini, analisi chimiche, un piatto ben cucinato, un armadio ben levigato.

Un giorno inaspettatamente attingeremo a tutto questo, perché ci farà compagnia, o ci darà un po’ di felicità mentale o renderà il nostro deserto meno deserto: allora sapremo che quella è la nostra cultura.

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