parole dell'umano

Cura

di Massimo Naro

È dal vissuto umano di Gesù che l’umanesimo di cui parliamo trae la sua concretezza e diventa quella che possiamo chiamare la “cura” o, più precisamente, il “prendersi cura”. Se si leggono nell’originale greco i racconti evangelici delle guarigioni compiute da Cristo per le strade della Palestina ci si accorge che spesso la voce verbale usata per dire che Lui guariva coloro che incontrava è terapeuo, che significa letteralmente curare, prendersi cura. La cura, dunque, esercitata secondo lo stile di Gesù, è una coordinata imprescindibile dell’esser-uomo come lui. Essa significa custodire, prendersi in carico, toccare, fasciare, dedicare attenzione, proprio come faceva Gesù, quando ascoltava il grido di chi lo rincorreva per strada e quando incrociava lo sguardo dell’emorroissa in mezzo alla folla, o quando soccorreva il paralitico. Questo umanesimo concreto si esprime anche nella diaconia, nel servizio. L’umano non è avulso dall’orizzonte di Dio, da cui anzi è sostenuto e prima ancora costituito.

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