parole dell'umano

Paura

di Chiara Giaccardi

Che cosa ci impedisce di vivere ogni nuova giornata come un’avventura? Cosa ci trattiene dal lasciarci accarezzare dalle luci del mattino, respirando con fiducia l’aria fresca del giorno nuovo? Quale nube oscura la nostra attesa di una sorpresa, un incontro, un dono inaspettato tra le pieghe del ritmo quotidiano? Le preoccupazioni sono tante, certo, e tante speranze nel tempo si rivelano illusioni un po’ ingenue, sogni che evaporano alla prima difficoltà o semplicemente alla prova del reale. Ma c’è qualcosa di più che ci paralizza, e che rischia di sfigurarci se non facciamo resistenza: la paura. Quello stato d’animo che ha intensità diverse, da un timore generico, un senso di inadeguatezza, un’ansia di sottofondo, fino al vero e proprio panico che può prenderci in certe situazioni dove l’ignoto e l’incontrollabile incombono come una minaccia insostenibile.

La paura, che ha nel suo significato l’essere percossi, abbattuti, ci fa arretrare, ci inibisce, ci spegne. Come la paura di non essere felici, di non essere amati, di restare invisibili, che tante volte diventa una profezia che si autoavvera.

Oppure, la paura ci accende di livore, quando pensiamo di poter trovare un capro espiatorio su cui convogliare le nostre ansie. Ci spinge a costruire nemici. «Il nemico è la paura. Si pensa che sia l’odio; ma, è la paura», diceva Gandhi. E per Henry de Lubac, «Gli uomini di norma non sono così malvagi tra loro, se non quando cominciano ad avere paura gli uni degli altri».

Per toglierci di dosso, fin dall’inizio di ogni nuova giornata, la cappa opprimente della paura, e andare incontro alla vita sempre nuova che ci aspetta, aiutano i versi di Thomas Eliot, che sono quasi preghiera:

Non abbiate paura, non temete
non temete la sete del cuore,
non temete se le cose, le vostre cose
non vi bastano mai
non temete la nostalgia di ciò che vi manca.
Non temete la voglia di essere felici
non temete il grido del cuore
che aspetta l’impossibile
non temete di voler cambiare.

 

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