parole dell'umano

Silenzio

di Chiara Giaccardi

Che silenzio la mattina presto, prima che la città si svegli. Un silenzio che non è assenza, bensì attesa: «qualunque cosa rechi questo giorno», come pregava Bonhoeffer. Il silenzio è un vuoto gravido di pienezza. Lo è per il nostro parlare: «La parola è l’ala del silenzio», scriveva Neruda, mentre così Ungaretti:

Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso

Due poli inseparabili. Per romano Guardini , «Priva di rapporto col silenzio, la parola diventa vaniloquio; senza rapporto con la parola, il silenzio diviene mutismo. Questi due elementi, insieme, formano un tutto. (…) In esso esiste l’uomo».

Rimosso il silenzio, o riempito, per non sentirlo, restano Brusio, chiacchiericcio, rumore, sovrapporsi di parole corrotte.

Il silenzio rigenera la comunicazione anche perché tacita l’io e allestisce uno spazio accogliente, per incontrare l’altro e poter ricevere il dono della sua parola.

Ma anche per poter contemplare e meditare, che sono esercizi di libertà: «Sarebbe stupendo vedere qualcosa senza pretese, gratuitamente, senza il prisma del ‘per me’», scrive Pablo d’Ors in Biografia del Silenzio.

Nel silenzio si colgono la fine tessitura delle interconnessioni, i legami invisibili tra le cose; e si affina la nostra capacità di decifrare altri linguaggi: quello dei colori, dei profumi, del disporsi dei corpi nello spazio, delle pietre che narrano storie e molti altri.

Il silenzio però non è sempre bello e giusto. In qualche caso può diventare complice, colpevole, criminale persino. Allora va rotto. Perché, come disse don Tonino Bello, «Ricordiamoci che delle nostre parole dobbiamo rendere conto agli uomini. Ma dei nostri silenzi dobbiamo rendere conto a Dio!».

Ma Se davvero impariamo il suo linguaggio, il silenzio ci apre alla trascendenza, ha scritto Emily Dickinson,

Ad alta voce
Nulla che sia essenziale,
Ma in silenzio,
La Divinità risiede sotto il Sigillo

Il sigillo di un mistero che non è qualcosa di incomprensibile, ma la fonte inesauribile della nostra speranza.

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