parole dell'umano

Silenzio

di Tonino Ceravolo

A un certo punto nel Vangelo di Luca (10, 38-42) vediamo comparire due sorelle, Marta e Maria, la prima indaffarata nell’operosità quotidiana e l’altra colta in un bellissimo momento di “santa inattività”. Maria, «seduta ai piedi del Signore», ascolta in silenzio la parola di Gesù e la sua, dice il Vangelo, è «la parte migliore che non le sarà tolta». I cristiani hanno bisogno del silenzio, che non è il programmatico rifiuto afasico della parola, ma consiste nella consapevolezza, per riprendere l’Ecclesiaste (3, 7), che «c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare». Il tempo dell’incontro con Dio richiede anche di tornare in se stessi, di ritrarsi dal linguaggio inautentico, dal vano fluire della chiacchiera, dalla lingua dell’esteriorità e della superficie e di predisporsi all’ascolto. Ma il silenzio delle labbra sarebbe del tutto insufficiente se non dovesse accompagnarsi al silenzio del cuore, come ben si evidenzia nell’Esortazione apostolica Evangelica testificatio: «Un silenzio che fosse semplice assenza di rumori o di parole, in cui l’anima non potesse ritemprarsi, sarebbe evidentemente privo di qualsiasi valore spirituale, e potrebbe, anzi, essere di pregiudizio alla carità fraterna, se, in quel momento, urgesse stabilire dei contatti con gli altri. Invece, la ricerca dell’intimità con Dio comporta il bisogno, veramente vitale, di un silenzio di tutto l’essere, sia per coloro che devono trovare Dio anche in mezzo al frastuono, sia per i contemplativi». Ecco, cercare Dio in mezzo al frastuono significa certamente mettere da parte la mormorazione, il borbottio, la lamentela petulante (per non dire le urla, lo strepito, lo schiamazzo), ma vuol dire, innanzitutto, creare spazi di silenzio dentro di sé, isole interiori nelle quali fare abitare l’Altro, «farvi rimanere la sua Parola, per radicare in noi l’amore per il Signore» (E. Bianchi, Lessico della vita interiore, Rizzoli, 2004).


Tonino Ceravolo, dirigente scolastico di un istituto di istruzione superiore, si occupa di storia religiosa e in particolare di monachesimo (I monaci di clausura, Rubbettino, 2006). È delegato diocesano al 5° Convegno Ecclesiale Nazionale per la Diocesi di Catanzaro-Squillace.

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