parole dell'umano

Volto

di Emanuela Sartorio

Il volto non è certamente riducibile alla faccia, è qualcosa di inafferrabile. Che cos’è, quindi?

Esso è l’altro che mi si pone dinnanzi e mi spinge a dire: «di fronte al volto io non resto semplicemente là a contemplarlo: gli rispondo», scrive Emmanuel Lévinas.

L’Altro per eccellenza è il primo volto che incontriamo, quello che ci “primerea”, come ricorda spesso Papa Francesco: è Lui che ci guarda per primi, si mette di fronte a noi e ci chiama ad una risposta.

Nell’incontro con il volto di Cristo ci scopriamo già accolti e ospitati da lui. Cosa gli rispondiamo, dunque? Per dirla con Jean-Louis Chrétien, «la risposta all’appello è sempre un Eccomi».

Nel riconoscerci già oggetto di sguardo e di amore, da sempre, non possiamo che renderci veramente presenti a Lui, a noi stessi e agli altri.

Nel nostro volto risplende la luce della bellezza di un incontro: siamo chiamati a diffonderla indirizzando il nostro sguardo verso quello altrui, incontrando altri volti e lasciandoci interpellare da essi, per scoprire quale sia l’oltre a cui ognuno di essi ci rimanda.

Il volto diventa così fonte di quella relazione che ha origine nelle parole che leggiamo all’inizio del Vangelo di Giovanni, “In principio era il Verbo”: il logos, il discorso, il dire.

Il Verbo incarnato, Gesù Cristo, è perfetta sintesi di tale relazione: è vero Dio, che ci guarda con amore fin dall’inizio della nostra storia, ed è vero Uomo, verso cui noi possiamo volgere il nostro sguardo, per incontrarlo anche nel volto del fratello, dell’amico, del povero o del sofferente.

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