esperienze

Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI)

Convegno Fede 2013

AGESCI - Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani

L’AGESCI – Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani presenta il Convegno “Fede 2013” e le attività ordinarie dell’associazione.

Campo di intervento

Sostegno all’unità della persona, cura educativa. 

Soggetti coinvolti

Soci adulti (laici e presbiteri) in servizio educativo.

Soggetti destinatari, finalità dell’iniziativa, strumenti

Bambini/e, ragazzi/e, giovani da 8 a 20-21 anni e, in ottica formativa, gli stessi soci adulti (laici e presbiteri) in servizio educativo.

Valorizzare l’esperienza umana, vissuta da adulti e ragazzi insieme, rileggendola – non necessariamente in maniera esplicita – alla luce del Vangelo.

Strumenti ordinari del metodo educativo scout (in particolare la vita all’aperto, la vita comunitaria, il senso di appartenenza, l’esperienza di servizio).

Nodo problematico

Dovendo scegliere un solo nodo problematico, non possiamo che porre a tema quello della coerenza tra fede e vita. La questione è antica quanto la stessa storia della Chiesa, ma oggi si sono venute ad aggiungere novità sociologiche e del sentire religioso che tingono la questione di specifiche particolarità. L’incipiente secolarizzazione, che pur mostrando segnali che ne indicano una progressiva debolezza in termini di risposta esistenziale, non aiuta certo al recupero di un sano senso del sacro e tanto meno alla crescita nella fede nel Dio di Gesù Cristo. Una falsa idea di libertà, non più orientata deterministicamente dalle ideologie ormai scomparse, ma che comunque continua a cercare in una società in evidente crisi di identità il proprio indirizzo di percorso, non aiuta neanch’essa. Non possiamo insomma dimenticare che abitiamo una società che non educa ad una libertà responsabile, l’unica che possa identificarsi come la “libertà del cristiano”. Un contesto che certo non è l’humus ideale per educare le presenti e future generazioni alla coerenza del proprio vivere col proprio credere. Al tutto va aggiunto che all’interno dello stesso mondo cattolico i giovani di oggi e con loro, di conseguenza, il contesto ecclesiale italiano, scontano le conseguenze di quell’analisi che con estrema puntualità li identifica come la “prima generazione incredula”. Una generazione che non è capace di rendere ragione del proprio credere, perché debole nella propria identità dottrinale, fragile nel senso di appartenenza ecclesiale e nel dovere conseguente di una idea di missionarietà verso il mondo civile al fine di risolvere le sue contraddizioni.

D’altra parte se non si punta alla coerenza tra fede e vita non solo non si raggiunge il fine stesso del credere, ossia la salvezza del singolo, ma neanche si rende credibile la comunità cristiana nella sua opera di evangelizzazione. Se c’è una peculiarità del pontificato di papa Francesco è proprio qui che va trovata. Nella sua insistita esigenza di riscoprire la radicalità del vangelo e di renderla parte essenziale della propria vita e della propria missione. Nessuno si nasconde che questa è la sfida più difficile e trasversale che possa immaginarsi in un contesto umano, e non solo ecclesiale, come l’attuale.

Azioni per il superamento delle difficoltà

Da sempre lo scoutismo in genere, e l’AGESCI in particolare, hanno come proprio intento quello dell’educazione coordinata della personalità umana e della personalità credente, nella consapevolezza che se non si educano persone dal forte carattere non si avranno credenti coerenti nell’azione con la propria fede. Per altro è proprio dello scoutismo educare ad una libertà critica che si spinge fino all’identificazione della libertà con l’obbedienza ad un’ideale valoriale per cui conviene scommettere la propria vita, che di fatto è l’idea cristiana di libertà, avente nella croce di Gesù Cristo il suo modello.

Evidenziata l’essenza  del principio educativo dell’ Agesci, è altrettanto vero che i nostri ragazzi/e e i nostri giovani vivono in questa società e ne assorbono tutte le positività, ma anche le negatività sopra evidenziate. Ciò comporta per lo scoutismo cattolico italiano la presa di coscienza della messa in evidenza di strumenti atti a rispondere in modo sempre più efficace alla “crisi” di fede dell’oggi. A tal fine due sono state le strade che abbiamo scelto di percorrere. La prima è continuare la valorizzazione di un metodo educativo, quello scout per come definito dai principi stilati dal suo fondatore (Lord Robert Baden-Powell of Gilwell), che con i suoi ormai cento e più anni continua a stupire per la sua freschezza e la sua penetrazione pedagogica. La seconda è stata la messa in domanda del nostro percorso di educazione alla fede, grazie alla recente realizzazione del Convegno Fede svoltosi nel novembre 2013, che ha visto la partecipazione di circa 2.500 adulti tra educatori e sacerdoti impegnati nel servizio educativo col metodo scout.

Rimandando ai libri specializzati per l’approfondimento del metodo pedagogico proprio dello scoutismo, è sugli indirizzi emersi dal Convegno Fede 2013 che vogliamo focalizzare il tema della risposta che intendiamo offrire alla crisi di coerenza tra vita e fede sopra evidenziata. Senza entrare troppo nello specifico di ciò che i tre giorni di lavoro hanno prodotto, ci sentiamo comunque di evidenziare alcune linee di indirizzo emerse, che una volta concretizzatesi in proposte progettuali, crediamo possano essere di soluzione alle carenze e alle difficoltà sopra evidenziate. Su tutto domina la presa di coscienza, ormai anche per noi evidente, che più che sulla catechesi sia il momento di  insistere sull’evangelizzazione. Ci troviamo difatti di fronte a una generazione giovanile che pur avendo riscoperto il valore della fede non lo sa concretizzare in una coerenza dottrinale, anche minima, e soprattutto non sa trovarvi le motivazioni che rendono necessario da parte del credente un determinato comportamento etico e morale, insomma un senso al proprio vivere. L’analfabetismo a cui accennavamo, ad esempio nell’ambito dei punti determinati del Credo Niceno-Costantinopolitano, come sui vangeli, è tale che bisogna ripartire come proposta credente dagli elementi di base. Ma su questo non vogliamo insistere, perché ci sembra un sentire da tempo fatto proprio della chiesa italiana.

Due invece ci sembrano le specificità che il Convegno Fede dell’Agesci ha proposto rispetto alla sua storia passata e in particolare del Progetto Unitario di Catechesi, datato al 1983, quando il contesto sociale e i bisogni ecclesiali erano ben diversi dagli attuali. La prima  riguarda la messa al centro della nostra azione di educazione della Parola di Dio e in particolare della Sacra Scrittura, il tutto iscritto in una “modalità narrativa”, che certo non ha la pretesa di identificarsi con una vera e propria proposta di catechesi, mancandole alcuni elementi specifici per essere tale, ma che comunque ha una sua coerenza e una propria specificità di impatto sui giovani, che non va sottovalutata, soprattutto per la sua forte valorizzazione “dell’esperienza personale”. E qui entra in scena la seconda novità rispetto al nostro consueto percorso, ovvero di iniziare a valutare se sia possibile rendere ancora più adattabile il metodo educativo proprio dello scoutismo, che ha nel suo stesso intimo una forte valenza religiosa, con i percorsi propri dell’iniziazione cristiana come proposti dalla chiesa italiana. Non è da noi sottovalutare le tante questioni aperte su ciascuna delle due prospettiva, e comunque i due percorsi ora indicati hanno già iniziato a costruirsi e ad essere verificati nelle sedi opportune. Sarà il prossimo futuro a dire se le soluzioni intuite e pensate da chi scommette ogni giorno la propria scelta educativa in un confronto diretto con i ragazzi/e e i giovani che fanno parte della nostra Associazione, sono state o meno quelle giuste. Ma saper verificare e saper cambiare la rotta la dove necessario è proprio dello scoutismo italiano. Intanto una prima verifica sarà possibile durante la Route Nazionale dei Rover e delle Scolte che vedrà coinvolti nel prossimo mese di agosto 30.000 giovani dai 16 ai 21 anni della nostra Associazione, chiamati ormai da quasi due anni a prepararsi  a questo evento con confronti e dibattiti sul loro essere cittadini e del loro essere credenti, critici o meno che siano.