esperienze

La Puglia verso Firenze. Una sintesi delle esperienze

di Don Francesco Zaccaria

Le chiese di Puglia nello scorso anno hanno risposto all’Invito del prossimo Convegno ecclesiale di Firenze; ad ogni diocesi d’Italia è stato chiesto: come concretamente in questo momento la nostra Chiesa sta aiutando le persone a crescere in umanità? Come stiamo comunicando la luce di Cristo alle persone delle nostre comunità e del nostro territorio? Quali risposte sappiamo formulare per affrontare le nuove povertà e le situazioni difficili? Come cerchiamo di avvicinare i lontani, promuovere il dialogo, ridurre le distanze?

Le nostre diocesi hanno risposto con ventuno esperienze pastorali ritenute più significative, quindi circa un decimo delle esperienze pervenute da tutte le diocesi italiane (più o meno 200). Ovviamente queste non rappresentano tutto quello che viene fatto nelle nostre comunità per diffondere la luce di Cristo tra la nostra gente, tuttavia sono importanti indicatori per capire le vie che le nostre Chiese già percorrono per incontrare l’umano oggi; sono dei veri segni ecclesiali nei quali leggere la presenza dello Spirito e sui quali proseguire il nostro discernimento ecclesiale.

Dalle esperienze pugliesi emerge l’immagine di Chiese vive e capaci di impegnarsi concretamente e quotidianamente per realizzare percorsi di incontro con Cristo, essendo attente alle nuove sfide che emergono dalla nostra società e ai nuovi luoghi dell’esperienza di fede.

Il primo ambito dove si vede un importante impegno delle nostre chiese è quello delle povertà materiali, e non solo, che affliggono gli uomini e le donne del nostro territorio. Le nostre diocesi raccontano di esperienze consolidate di accoglienza, sostegno, accompagnamento di immigrati, famiglie, giovani che si trovano in difficoltà economica, che sono afflitti da varie dipendenze (dalla droga, dal gioco, dall’alcol…), famiglie e ragazzi afflitti da problemi psico-sociali, persone malate che non hanno più speranza di guarigione, persone disabili… Non mancano iniziative di attenzione a forme di nuove povertà che, per esempio, vedono protagoniste le donne, colpite da disoccupazione, emarginazione sociale, violenza domestica; oppure nuove emergenze sociali, come la coniugazione dei diritti alla vita, alla salute, all’ambiente, al lavoro. Mense, case d’accoglienza, centri di ascolto delle povertà, strutture di assistenza sanitaria, centri educativi, percorsi formativi promossi da diocesi, parrocchie, associazioni e congregazioni religiose della nostra regione sono il racconto concreto di come le comunità si stanno facendo prossime agli uomini e alle donne del nostro tempo, mosse dalla fede in Cristo che spinge a piegarsi sulle ferite degli ultimi.

Un secondo campo di attenzione che le diocesi hanno evidenziato come luogo di esperienze pastorali significative è la cura educativa verso i giovani. Ci sono realtà ecclesiali che scelgono l’esperienza dell’oratorio in parrocchia, un’esperienza tradizionale ma oggi in via di ridefinizione e rilancio, oppure del laboratorio teatrale per i giovani, luogo di arte e creatività ma anche di narrazione di sé e di crescita. Essendo la disoccupazione giovanile una vera piaga sociale che attanaglia la nostra regione, non mancano iniziative di sostegno ai giovani per entrare nel mondo del lavoro, da laboratori formativi a progetti di micro-credito. Nel campo della cura formativa verso i giovani vengono raccontate alcune esperienze di positiva alleanza educativa tra istituzioni (diocesi, parrocchie, comuni, scuole, associazioni), per esempio nella realizzazione di un “patto educativo per la città” o in un percorso di educazione socio-politica dei giovani dove la Dottrina sociale della Chiesa entra nelle scuole. Non mancano anche esperienze di evangelizzazione che vedono i giovani come protagonisti e destinatari dell’annuncio nei luoghi dove essi vivono, siano essi luoghi di svago (sulle spiagge) o luoghi di sofferenza (nelle carceri) .

Il terzo ambito nel quale sono segnalate dalle diocesi dei percorsi pastorali significativi è quello del rinnovamento della prassi pastorale stessa, nei suoi processi formativi ed organizzativi. Dinanzi alle sfide educative emergenti nella società, le diocesi e le parrocchie si pongono dinanzi alla necessità di rispondervi in maniera sempre nuova e adeguata inaugurando percorsi di sinodalità e partecipazione da parte di tutte le componenti ecclesiali. Come significative in questo campo vengono raccontate l’esperienza del sinodo diocesano, un processo di ascolto e discernimento intra ed extra-ecclesiale; la riorganizzazione della vita parrocchiale secondo il modello delle comunità di base, per facilitare la responsabilità dei laici e la vicinanza al territorio. Fanno parte del rinnovamento pastorale anche alcuni tentativi di nuovi cammini di Iniziazione Cristiana nella catechesi pre- e post-battesimale delle famiglie.

Dalla letture delle esperienze presentate dalle diocesi una prima considerazione si può fare in merito ai soggetti che portano avanti questi progetti: da un lato emerge l’importanza dell’iniziativa del centro Diocesi attraverso i suoi uffici di curia, dall’altro si conferma la capacità delle parrocchie di essere centri di evangelizzazione vicini al territorio ma anche di tentare percorsi di rinnovamento pastorale. In questo non va dimenticato il contributo che ordini religiosi, associazioni e movimenti offrono alle esperienze di incontro del Vangelo con la gente del nostro territorio pugliese.

Come richiesto dall’Invito alcuni contributi si soffermano anche sulle criticità che tali esperienze hanno presentato. Fondamentalmente si possono sintetizzare queste difficoltà in alcuni punti: talvolta si evidenziano problematicità a reperire nuove risorse economiche ed umane per portare avanti questi progetti; a volte ci sono difficoltà a coinvolgere tutta la comunità parrocchiale o diocesana. Un problema emerso è, qualche volta, la mentalità assistenzialista di chi viene aiutato, oppure, nel campo della cura educativa, l’incostanza delle nuove generazioni; non mancano alcune diffidenze sia ad extra che ad intra (p.e. ci si domanda: a che serve il discernimento comunitario e la sinodalità? Oppure: Perché la Chiesa dovrebbe occuparsi di certi problemi sociali?). In realtà, queste criticità nascondono già i frutti delle esperienze pastorali raccontate, perché quando tali esperienze vanno avanti sono questi stessi ostacoli che vengono superati: la comunità si riscopre non solo capace di aiutare ma anche di essere aiutata in queste sfide, i destinatari dell’evangelizzazione (pensiamo agli immigrati, per esempio, o ai giovani) diventano a volte soggetti stessi di ri-evangelizzazione per la comunità; uno dei risultati più positivi che spesso viene menzionato è la capacità di fare rete (tra istituzioni ecclesiali e non ecclesiali, tra uffici di curia, tra parrocchie, tra settori pastorali, scuole, associazioni etc), in questa collaborazione viene trovato spesso il segreto della buona riuscita di questi progetti. La via del volontariato e dell’impegno è vista come quella più fruttuosa per coinvolgere i giovani; in queste esperienze vengono segnalati, come frutti positivi, la crescente responsabilità dei laici, un più consolidato stile comunionale e sinodale, la più incisiva vicinanza al territorio e ai suoi problemi, una rinnovata spiritualità e adesione al Vangelo di Cristo.

Sono diverse le vie che le nostre comunità hanno scelto per scoprire e comunicare la luce di Cristo tra le donne e gli uomini del nostro tempo; questa breve sintesi tratteggia i lineamenti di una Chiesa impegnata su diversi fronti, e anche in maniera innovativa, ad accompagnare l’uomo di oggi verso Cristo, cercando di raggiungerlo dove egli vive, ama, soffre. Emerge dai racconti anche l’esigenza di continuare la strada e la necessità di fare di più, di essere ancora di più “Chiesa in uscita” e di proporre più convintamente Cristo Gesù. Per dirla con l’espressione usata in un racconto di esperienza pastorale, la strada per questo obiettivo sembra essere non tanto quella delle relazioni e dei convegni, ma quella della proposta e del racconto di “vissuti e di esperienze cristiane”. Ecco il senso del nostro condividere queste esperienze oggi a livello regionale, andando nella direzione indicata dalla Traccia verso il Convegno di Firenze oggi presentata: “Ci sono parecchie buone pratiche che meritano di essere diffuse per seminare fiducia e speranza e mostrare che la luce di Gesù sta illuminando il cammino umano nell’attuale cultura e società”, per testimoniare “come in diversi luoghi tanti uomini e donne partecipano già della novità del Cristo”.

Continuiamo insieme, e nelle nostre realtà quotidiane, a raccontare con gioia questa novità.

Incontro regionale dei delegati per il Convegno Ecclesiale di Firenze – Molfetta, 17 Gennaio 2015

Fonte: www.istitutopastoralepugliese.org

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