Educare alla fede
Cammini d'iniziazione cristiana d'ispirazione catecumenale
Rinnovamento dei percorsi d’iniziazione cristiana di fanciulli e ragazzi a cura del Gruppo progetto tra Ufficio liturgico, Ufficio per l’evangelizzazione e la catechesi, Ufficio di pastorale familiare e della Pastorale giovanile della diocesi di Cremona.
Storia
La verifica dei percorsi di Iniziazione cristiana di fanciulli e ragazzi ha mostrato, negli ultimi decenni, che la loro parziale inefficacia sta, prima che nel metodo catechistico utilizzato, nel fatto che essi siano diventati un cammino di preparazione ai sacramenti invece che di apprendistato di vita cristiana. Grandi assenti, lungo gli anni del catechismo, la comunità (che demanda il suo ruolo generativo ai soli catechisti) e le famiglie (interpellate solo in alcuni momenti, ma senza accompagnarle nel loro ruolo di educatrici alla fede). La scelta della chiesa italiana di prendere a modello il catecumenato quale itinerario globale di formazione alla vita cristiana per ripensare all’IC di fanciulli e ragazzi è stata assunta da mons. Dante Lafranconi, vescovo di Cremona, che nel 2002 ha indetto un Convegno diocesano per aprire la sperimentazione dei cammini di ispirazione catecumenale e ha incaricato gli uffici liturgico, catechistico, di pastorale familiare e di pastorale giovanile di stendere, in un lavoro congiunto, un progetto completo e coerente, di sostenere le parrocchie che via via iniziavano i percorsi, di sussidiare l’esperienza e di verificarne l’attuazione.
L’altro mandato del convegno, in stretta connessione al primo, riguardava il potenziamento della catechesi pre e post-battesimale, ritenute acutamente indispensabili per accompagnare i genitori a riscoprire la propria fede nell’occasione del dono del figlio e del suo inserimento nella chiesa.
Campo di intervento
Il progetto diocesano si fa carico della prima educazione alla fede di fanciulli e ragazzi e dell’evangelizzazione delle loro famiglie.
Soggetti coinvolti
L’iniziazione cristiana, per la sua natura, coinvolge tutta la comunità parrocchiale, come grembo generatore della fede. Essa esprime, con opportune ministerialità, questo suo compito peculiare e imprescindibile. Protagonista del progetto di IC della diocesi di Cremona è l’équipe dei catechisti, dove trovano una loro collocazione i sacerdoti, guide e coordinatori dell’intero itinerario. Operano piccoli gruppi, superando quindi la figura del singolo formatore. Nel gruppo vengono scelti gli accompagnatori degli adulti, che si incaricano di progettare gli itinerari per i genitori in collaborazione con i catechisti dei ragazzi. L’équipe dei catechisti è arricchita da giovani o altri collaboratori, che possano coadiuvare i catechisti in alcuni momenti (gioco, attività, canto, gesti di solidarietà ecc..). L’équipe diocesana (direttori degli uffici liturgico, famiglia, catechesi e pastorale giovanile e laici formatori degli accompagnatori) sussidia, verifica e sostiene il progetto e cura la formazione di sacerdoti e catechisti.
Soggetti destinatari, finalità dell’iniziativa, strumenti
I destinatari del progetto sono fanciulli e ragazzi inseriti nel cammino di iniziazione cristiana e i loro genitori: essi costituiscono insieme il gruppo catecumenale. Nel gruppo sono inseriti anche fanciulli e ragazzi non battezzati.
Il tempo dell’iniziazione cristiana è il tempo in cui i ragazzi sono fatti accostare ai fondamenti della vita cristiana, in cui viene sollecitata e guidata la loro libertà nell’accogliere il messaggio del vangelo, in cui fanno la prima esperienza della comunità cristiana già a partire dal gruppo dei loro compagni, in cui si accostano alla vita liturgica non solo con la partecipazione alla messa domenicale ma anche grazie ad una progressiva educazione alla preghiera. L’ispirazione catecumenale prevede la celebrazione unitaria dei sacramenti (celebrazione unitaria di Cresima e Eucaristia), e obbliga a tenere sempre in circolo le dimensioni dell’annuncio, dell’esperienza e della carità, della celebrazione e della preghiera. Dopo la celebrazione dei sacramenti è previsto il tempo della mistagogia (che coincide grossomodo con gli anni della scuola media) in cui trova posto un primo inserimento nelle attività della parrocchia e si mette in campo una prima pastorale giovanile. Bambini e ragazzi sono accompagnati in questo itinerario dagli adulti, invitati a percorrere un cammino per verificare la loro scelta di fede, purificare le motivazioni per cui chiedono i sacramenti per i loro figli e alimentare la fede iniziale con l’ascolto della parola di Dio, per scoprire ciò che il vangelo dice alla loro vita di adulti e genitori. In questo itinerario sono accompagnati all’incontro con Cristo e la Chiesa nella ricerca di rinnovare la propria vita individuale e familiare.
Il percorso è ritmato sui quattro tempi e i tre ‘gradini’ (gradus) dell’iniziazione cristiana degli adulti e dei ragazzi:
| INIZIAZIONE CRISTIANA RAGAZZI E GENITORI
Primo tempo PRECATECUMENATO
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PROGETTO DIOCESANO Anno ‘0’: formazione della prima équipe, informazione alle famiglie e alla comunità 6-7 anni Primo tempo LA PRIMA EVANGELIZZAZIONE |
| Secondo tempoCATECUMENATOPrimo ‘gradino’: Ingresso nel catecumenato
– Bibbia – Liturgia e preghiere – Conversione – Testimonianza ecclesiale |
Secondo tempoVERSO I SACRAMENTI Celebrazione: Ingresso nel 2° Tempo (consegna del Vangelo)
– Fase biblica – Fase liturgico-comunitaria – Fase esistenziale |
| Terzo tempoSecondo ‘gradino’: Iscrizione del nomeQUARESIMA : TEMPO DELLA
PURIFICAZIONE (o illuminazione) Terzo ‘gradino’: Battesimo, Cresima e Prima Eucaristia |
Terzo tempoCelebrazione: Elezione ai sacramentiQUARESIMA DELL’ELEZIONE
AI SACRAMENTI Celebrazione: Cresima e Prima Eucaristia
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| Quarto tempoLA MISTAGOGIA | Quarto tempoLA MISTAGOGIA11-14 anni |
Il percorso e le sue finalità richiedono una precisa metodologia catechistica: per i ragazzi si è optato per una catechesi esperienzale, per gli adulti ad incontri di tipo laboratoriale. Gli incontri dei ragazzi prevedono la seguente scansione: 1. Ascoltiamo; 2. Riflettiamo; 3. Facciamo; 4. Preghiamo; 5. Impegno in famiglia. I laboratori dei genitori si ispirano al metodi di Enzo Biemmi, Compagni di viaggio, EDB, Bologna 2003. La struttura degli incontri attualizza le tre fasi previste dal metodo: 1. Fase proiettiva; 2. ascolto della Parola; 3. Fase analitica; 4. Fase della riappropriazione.
Il lavoro dell’équipe diocesana e l’esperienza sul campo hanno dato vita a sei sussidi, relativi alle varie fasi dell’itinerario (Diocesi di Cremona, Iniziazione cristiana dei ragazzi. Itinerario di tipo catecumenale, 1-6, Queriniana, Brescia).
Frutti sul territorio
In estrema sintesi, è possibile affermare che i frutti più significativi del percorso risiedono nel coinvolgimento dei genitori nel cammino dei ragazzi, in una maggiore consapevolezza di quello che si vive e dei sacramenti che si celebrano, in un più maturo coinvolgimento della comunità e in molti casi di una ritrovata vivacità del tessuto parrocchiale, nello sforzo degli adulti laici di accompagnare altri adulti nella crescita di fede.
Alcune criticità
Alcuni snodi critici dell’attuazione del progetto riguardano primariamente l’accompagnamento dei genitori: l’estraneità ad un approfondimento della fede di molti di loro, le situazioni familiari e matrimoniali difficili e talvolta problematiche, la difficoltà del compito da parte dei formatori, alcune schede inadeguate, la poca familiarità con il metodo laboratoriale hanno spesso gettato discredito su questo punto così importante oppure hanno fatto optare per proposte meno impegnative (ma anche meno fruttuose). La tentazione di diluire il progetto, pur con comprensibili motivazioni legate alle peculiarità di ogni parrocchia, e l’incapacità di collocare il rinnovamento dell’IC in un più globale rinnovamento della parrocchia in chiave missionaria sono altre due criticità di notevole rilievo. Sembra possibile invertire questi processi con una più mirata formazione di sacerdoti e catechistici e con l’accompagnamento capillare di singole esperienze da parte dell’équipe diocesana.
Riflessioni conclusive e prospettive
Pur con le criticità rilevate, sembra confermata la bontà dell’intuizione e del progetto intero. In prospettiva, rimane il compito di non lasciare il tempo dell’IC a sé stante. Occorre infatti che esso sia preceduto da una rinnovata pastorale battesimale e che sia seguito da un’adeguata pastorale giovanile perché non siano vanificati gli sforzi delle comunità.
