esperienze

Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo

Cristo rivela “l’uomo all’uomo”

Un patto educativo della città

  1. Come Chiesa, siamo chiamati ad annunciare questo all’uomo del nostro tempo.
  2. L’uomo di oggi ha delle caratteristiche comuni all’umanità di sempre e anche delle peculiarità tipiche attuali.
  3. Il Concilio ci ha dato un metodo e una strada. Com’è andata dall’allora fino ad oggi?
  4. Quali nuove strategie abbiamo adottato nell’annuncio?
  5. Qual è la testimonianza dei singoli cristiani e delle comunità parrocchiali?

L’uomo da sempre ha mostrato:

  1. una natura “personale”
  2. inclinazione alla reciprocità
  3. capacità di responsabilità
  4. libertà: autonomia non autoreferenziale

 

La crisi antropologica attuale mostra:

  1. individualismo
  2. nuove povertà e disuguaglianze
  3. sfruttamento cieco del creato

A tale crisi rispondiamo con la proposta di un “nuovo umanesimo”:

  • radicato in una visione cristiana dell’uomo
  • nel dialogo
  • col linguaggio dell’oggi
  • la sfida educativa
  • relazione Dio-uomo in Gesù Cristo; e degli uomini tra di loro
  • l’uomo legato a Dio è più creativo
  • cristianesimo come “principio di sintesi”

Come la fede in Gesù Cristo illumina l’umano e aiuta a crescere in umanità?

  • le forme e i percorsi di incontro con Cristo nella pastorale ordinaria
  • le difficoltà di credere e di educare a credere oggi
  • la mappa dei luoghi in cui avviene l’esperienza della fede

 

  1. ABBIAMO QUALCHE ESPERIENZA POSITIVA IN DIOCESI?
  2. QUALI I NODI PROBLEMATICI?
  3. COME SUPERIAMO o POTREMMO SUPERARE LE DIFFICOLTÀ?

RISPOSTE

Un’esperienza positiva di annuncio e di dialogo con gli altri protagonisti della cultura attuale è nata in seno all’emergenza educativa. Negli orientamenti pastorali “Educare alla vita buona del Vangelo” si chiedeva di creare alleanze con tutte le agenzie educative presenti sul territorio. Come Diocesi abbiamo proposto alla Giunta comunale di alcuni comuni “Un patto educativo della città”, che sprona tutti gli adulti, educatori secondo le varie competenze e ruoli, dai genitori agli amministratori, dai catechisti agli insegnanti, dai parroci ai gestori dei bar, a condividere l’impegno nell’educare le nuove generazioni. La proposta è stata accettata e promossa dalla Diocesi unitamente alla Giunta comunale e poi sottoscritta dalle scuole, dalle associazioni sportive, culturali e imprenditoriali. Si è creato un bel confronto sull’emergenza educativa e, soprattutto, sul riappropriarsi del ruolo educativo da parte degli adulti e sulla possibilità di ricreare un fronte comune e compatto da offrire alle nuove generazioni. Sono nate sinergie tra le varie componenti nella progettazione e nella realizzazione di un intervento educativo. Le iniziative che prima erano portate avanti dalle singole associazioni, ora sono messe in rete e ogni altra agenzia può offrire il suo apporto. Anche le risorse economiche comunali destinate a questo tipo di eventi vengono distribuite tenendo conto del Patto. Le proposte delle parrocchie e associazioni cristiane hanno trovato naturale collocazione all’interno della programmazione e delle erogazioni comunali.

Un’iniziativa è stata la Missione Giovani, che ha visto le parrocchie unirsi e confrontarsi su come proporre l’esperienza della fede e dell’appartenenza ecclesiale agli adolescenti attuali. “Chi crede non è mai solo” (Lf 60) è stato lo slogan che diversi missionari, religiosi e religiose, coppie di sposi e giovani maggiorenni, hanno annunciato alle classi di scuola media superiore. Hanno dato la loro testimonianza, hanno ascoltato i giovani sulle loro esperienze ecclesiali, accogliendo critiche e suggerimenti, li hanno invitati ad eventi serali e iniziative laboratoriali messe in atto dalle parrocchie. Gli adolescenti hanno accolto con entusiasmo questa proposta, apprezzando lo stile colloquiale, la premura delle parrocchie, e anche la sinergia dei diversi soggetti coinvolti. I parroci si sono messi in gioco assieme ai loro educatori, ai giovani praticanti. Gli Insegnati di Religione Cattolica hanno collaborando non solo per l’ingresso dei missionari nelle scuole ma anche nel definire obiettivi e metodologie. I gestori di alcuni locali più frequentati dai giovani hanno messo a disposizione i loro spazi per gli eventi serali. Il progetto ha intercettato non solo il bisogno di attenzione dei nostri giovani, ma anche il bisogno di alleanze educative tra gli adulti.

 

Tra i nodi problematici annoveriamo:

  • I vissuti delle famiglie e della società sono sempre meno “cristiani” e non sono percepiti come problematici dalle stesse.
  • La preoccupazione del “mondo che cambia” spesso non ci fa concentrare sulla qualità dei nostri vissuti comunitari, quanto piuttosto su come fronteggiare “la fuga” dalle nostre parrocchie.
  • Su tante questioni etiche, legate in special mondo alle situazioni di irregolarità delle famiglie, non si ha ancora una reale capacità di dialogo e di attenzioni.
  • Le nostre proposte fanno i conti con un analfabetismo cristiano, che si denota nel non saper vivere i momenti liturgici, in una mancanza di motivazioni ad accettare i percorsi di catechesi, nel non comprendere a pieno il senso della carità.
  • Spesso siamo assenti nei luoghi e negli eventi più significativi per la vita delle nostre città e delle singole persone.
  • Manchiamo di una contagiosa autenticità che possa coinvolgere i non-praticanti e, innanzitutto, ricaricare i praticanti.
  • La domanda di sacramenti o servizi religiosi ci vede spesso erogatori impacciati, senza la capacità di trasformarla in occasione per ricominciare.

 

I tentativi per sciogliere tali nodi sono diversi:

  • Fondamentale risulta conoscere sempre meglio la cultura reale delle persone, prendendo consapevolezza che non esistono idee forti, ma abitudini di vita condivise e molto diffuse, che vengono trasmesse tra le famiglie e nelle famiglie. In dialogo con esse possiamo fermentarle col vangelo.
  • Risultano importanti anche se meno incisive iniziative culturali che creino confronto, analisi e condivisione su questioni fondamentali della vita comune.
  • Sta rivelandosi molto utile per proporre Cristo – come risposta alle domande di autenticità, di vita buona, di senso – la proposta di vissuti e di esperienze cristiane, più che convegni e relazioni. Il volontariato, ad esempio, apre una porta nel cuore di tutti, specialmente dei giovani, che si lasciano accompagnare più volentieri all’incontro col Vangelo.
  • Le comunità parrocchiali, dove c’è un maggiore coinvolgimento di tutti i suoi membri, risultano più vivaci e contagiose. I gruppi famiglia, in modo particolare, riescono a creare un clima più accogliente e stimolante, che riesce ad entusiasmare anche i figli alla partecipazione alla vita comunitaria.