esperienze

Fermo

Far bene fa bene

Risposte concrete ai bisogni sociali

Questa esperienza ha sei anni, e in questi anni si sono coinvolti più di un migliaio di adolescenti di terzo e quarto superiore di tutti i licei presenti nel territorio della diocesi. A questi adolescenti viene proposto un primo incontro di formazione sul senso del volontariato, sul senso del servizio e del dono del tempo, promosso dai loro insegnanti di religione, con l’eventuale supporto dei suddetti uffici diocesani per materiali o interventi specifici. L’insegnante presenta un elenco di tutti gli enti, ecclesiali e non, impegnati nel servizio alla vita sociale, che hanno aderito al progetto: case di riposo, oratori, Centri di ascolto, centri di riabilitazione o per disabili, accompagnamento dei malati, ludoteche, scuole di prima infanzia … Gli adolescenti scelgono l’ente e la Caritas diocesana, avendo ricevuto dagli insegnanti di religione le schede di iscrizione, mette in contatto i primi con i vari referenti degli enti. Gli adolescenti, nel tempo che va da Febbraio ad Aprile, devono fare nelle rispettive sedi almeno 10 ore di servizio. Con ogni sede si concorda la tempistica. La Caritas riceve dagli enti i moduli che attestano le ore di servizio vissute e li invia alle scuole che assegneranno i crediti formativi. Diversi adolescenti hanno fatto più di 10 ore di servizio, altri sono tornati nelle sedi anche dopo il quarto superiore. Si parte dal movente iniziale dei crediti formativi ma spesso il giovane che avverte un clima buono va oltre perché sperimenta che servire fa bene alla vita. Per qualcuno tale esperienza ha comportato un inizio di riscoperta della vita cristiana ed ecclesiale.

Campo di intervento 

L’esperienza riguarda sia l’ambito dell’educazione-formazione sia l’ambito della risposta ai bisogni sociali.

Soggetti coinvolti

Oltre agli uffici diocesani sopra menzionati, aggiungiamo la scuola e l’intero terzo settore o mondo del volontariato.

Soggetti destinatari, finalità dell’iniziativa, strumenti 

I soggetti destinatari sono gli adolescenti di terzo e quarto superiore, gli enti che accolgono con i rispettivi “poveri” coinvolti.

La finalità primaria è la sensibilizzazione degli adolescenti all’esistenza delle situazioni di povertà e di disagio e alla bellezza del poter rispondere donando tempo e mettendosi a servizio. Nei soggetti ecclesiali che lo propongono, accanto alla finalità educativa, condivisa con le scuole e gli enti che aderiscono, si affianca una finalità di annuncio della vita cristiana.

Gli uffici diocesani si rendono disponibili a sostenere l’esperienza con sussidiazione varia. Vengono raccolti tutti i materiali. Il progetto chiede grande impegno nel mantenere i contatti.

Frutti sul territorio

In genere ogni anno ci sono momenti di festa finali in cui il referente dell’ente si confronta con il Direttore Caritas e si cerca di sensibilizzare il territorio. Oltre ai riscontri a livello educativo, ci sembra che l’iniziativa contribuisca a destare maggiore attenzione, in generale, ai disagi sociali del nostro territorio.

Eventuali difficoltà e criticità incontrate

La maggiore difficoltà è l’accompagnamento degli adolescenti nella scelta dell’esperienza e dei luoghi di esperienza. Rispetto agli iscritti iniziali, non tutti di fatto poi vivono l’esperienza. Le difficoltà avvengono spesso a livello tecnico-comunicativo, viste le molteplici scuole, i molti adolescenti e i molteplici enti.

Un’altra difficoltà è aiutare l’adolescente a dare continuità al senso del servizio, oltre l’ambito scolastico in cui si inserisce la specifica esperienza.

Eventuali proposte per superare il nodo problematico 

Una proposta va nel senso di un miglioramento, potenziamento e semplificazione delle comunicazioni attraverso la costituzione del nuovo sito Caritas, che può così dare maggiore visibilità all’esperienza. Per il prossimo anno si vuole allargare maggiormente alle Caritas parrocchiali la possibilità di ricevere giovani.

In merito alla seconda difficoltà ci auguriamo che i tre soggetti ecclesiali coinvolti, in una crescente sinergia, riescano a trovare nuove modalità per accompagnare questi adolescenti a dare continuità. Un anno è stato tentato un campo-servizio a Roma, anche se il numero dei partecipanti non era elevato. A livello individuale qualcuno ha intrapreso esperienze di servizio o di gemellaggio più sistematiche.

Riflessioni conclusive e prospettive 

Una prospettiva è il coinvolgimento dei nuovi centri di ascolto Caritas che sono sorti sul territorio per la ricezione dei giovani. Parallelamente occorre conseguire una maggiore efficienza nelle comunicazioni. L’altra prospettiva sarà l’impegno perché i giovani diano continuità.

Il progetto ha un’indiscussa valenza educativo-formativa e sta portando un notevole contributo nella direzione delle tanto auspicate alleanze educative. Ha bisogno di ulteriore tempo.