contributi

La Missione della Chiesa in uscita

dall'Ufficio Nazionale per la Cooperazione missionaria

Esperienze missionarie dall’Asia e dall’America Latina

Per l’Ufficio Nazionale per la Cooperazione missionaria della CEI e la Fondazione Missio – che raccoglie e coordina l’attività missionaria della Chiesa Italiana, in tutte le sue componenti ed articolazioni diocesane, di Istituti religiosi, di movimenti e di volontariato laicale – uno dei riferimenti attuali è il Convegno Missionario Nazionale celebrato nel novembre 2014 a Sacrofano. Esso è stato punto di convergenza e raccolta del cammino missionario della Chiesa Italiana di questi anni e contemporaneamente l’input per un nuovo invio. La riflessione del convegno è stata in piena sintonia con i concetti riassunti nelle cinque vie prospettate dalla Traccia per il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale, in particolare l’uscire. La riflessione sulle cinque vie sarà riproposta ai Centri Missionari Diocesani e alle commissioni regionali, a partire dalle conclusioni del convegno stesso (“Annuncia loro quanto ti dirò”).

Inoltre il cammino del dopo convegno di Sacrofano proposto per il prossimo anno pastorale 2015-2016 sarà sull’abitare, su questo si rifletterà anche nel corso del Convegno Nazionale dei Direttori dei Centri Missionari Diocesani che si terrà a Fiuggi dal 10 al 12 settembre.

Inoltre l’Incontro Continentale dei missionari italiani in America Latina tenutosi ad Aparecida dal 19 al 23 gennaio 2015 sul tema “Nulla di ciò che è umano può sembrare estraneo” è stato pensato in sintonia con i concetti riassuntivi delle 5 vie di Firenze.

Si è riunito anche il Tavolo degli organismi missionari, (MISSIO, CUM, SUAM, CIMI, FOCSIV) per elaborare un contributo ed eventuali iniziative comuni in vista di Firenze (il primo incontro si è svolto il 26 febbraio 2015 presso il Cum di Verona, il secondo il 27 maggio 2015 si terrà presso la Fondazione Missio, con il prof. Mauro Magatti).

Quale contributo può portare il mondo missionario al Convegno di Firenze? Indubbiamente può essere segno significativo di un’apertura al mondo (l’uscire tanto caro a Papa Francesco) che si fa in ogni luogo della terra condivisione con gli ultimi, attenzione privilegiata ai poveri (molto interessante in proposito la relazione tenuta a Sacrofano dal teologo p. Gustavo Gutierrez, confronto con le culture e con le fedi degli altri. Se la Traccia indica (nella seconda parte) l’importanza di “recuperare la dimensione relazionale” per poter agire con più incisività nel mutato scenario sociale ed antropologico, l’esperienza della Missione può in questo farsi voce di molteplici e significative esperienze, che da decenni vengono offerte alla Chiesa Italiana come ‘antidoto’ ad una chiusura nel ‘già visto’ e ad una stagnazione nell’esistente che troppo a lungo ha appesantito le nostre comunità. Allo stesso modo, nel ricercare “le ragioni della nostra speranza” (terza parte della Traccia) costruendo un nuovo umanesimo radicato biblicamente e teologicamente in Gesù Cristo, ancora una volta “il libro della Missione” aperto per le nostre comunità, la vita buona di centinaia di donne ed uomini che spendono – e molte volte ‘sprecano’ fino al martirio – la propria vita alla frontiera di ogni umanità dolente, lottando con i fratelli per la giustizia, per la pace, per la salvaguardia del creato, non può che essere “segno” forte di una umanità trasfigurata dal dono, dalla preghiera, da una relazione profonda col Padre nel Figlio, facendo proprio l’orizzonte del Regno già presente tra gli uomini. Quanto può essere significativo, tutto questo, per una nuova apertura delle nostre comunità! Inoltre i missionari sono certamente capaci di proporre uno stile ecclesiale che – come chiede la IV parte – “sappia leggere i segni dei tempi e coltivi la pienezza dell’umano”.


In questa pagina è possibile leggere i contributi esperienziali alla luce della Traccia di Firenze di Missionari italiani presenti in America Latina e Asia.

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