esperienze

Cesena - Sarsina

Portagiovani

Convivenza spirituale

Molto interessante l’esperienza delle “settimane di condivisione” per giovani, che vengono realizzate in Portagiovani per piccoli gruppi di ragazzi e ragazze dai 18 anni in su. Guidate da un diacono, con un taglio vocazionale, sono occasione di incontro fra ragazzi di diverse esperienze e provenienze diocesane e creano relazioni buone e occasioni di riflessione, preghiera e accostamento ai Sacramenti (Confessione ed eucaristia). Seguono in dettaglio le proposte di “Convivenza” e “Convivenza spirituale”. 

PROGETTO 1: “Convivenza”

Cos’è

È una modalità di vita comune che prevede la coabitazione in un luogo in città di ragazzi e giovani. Coloro che partecipano mantengono i loro impegni settimanali, pur eleggendo a casa il luogo della dimora comune (attualmente Porta Giovani in seminario). Questa modalità permette di proporre l’iniziativa a coloro che non possono spostarsi durante l’anno per campi o hanno impegni come lavoro, scuola, studio. Permette di vivere l’ordinario in maniera straordinaria, cioè condito da preghiera comune quotidiana, lavoro, vita comune, approfondimento della propria vocazione, colloqui con le guide spirituali e gli educatori che guidano la convivenza.

Obiettivi

Fare una vera esperienza di preghiera e vita comune, iniziando così i giovani alla vita cristiana e dando loro gli elementi base su cui lavorare.

Quando

Durante il corso dell’anno nei mesi da ottobre a giugno.

Soggetti coinvolti

Pastorale Giovanile, Seminario Diocesano, Ufficio Vocazioni, Msac, Ufficio scuola, docenti di religione.

 

PROGETTO 2: “Convivenza spirituale”

Obiettivi

Fare esperienza di vita cristiana tramite una vera e propria iniziazione, toccando con mano i fondamenti della vita in Cristo, perché ognuno possa scoprire e approfondire la propria vocazione.

Dove: la Casa

Vivere in un luogo raccolto che i ragazzi possano eleggere a casa. L’ambiente deve contenere camere da letto, possibilmente da due o tre, cucina indipendente, salotto, cappella. L’ambiente sia ordinato e vi sia cura della bellezza: la prima catechesi è un ambiente gradevole e curato.

Attualmente il luogo migliore è il Seminario diocesano nella zona Porta Giovani. 

A chi è rivolto

A tutti i giovani dai 18 anni in su. Non importa che abbiano un cammino spirituale alle spalle; ciò che conta è che desiderino mettersi in gioco.

Quando

Tre  o quattro convivenze spirituali nell’anno mettendole a calendario.

Struttura della convivenza

È indirizzata a giovani dai 18 anni in su e prevede un cammino di tre settimane a fila. La prima settimana è definita illuminativa. La virtù di riferimento è la fede e durante la prima settimana si inizia a prendere confidenza con i ritmi di preghiera e con la vita comune. Termina con la professione di fede durante le lodi del mattino del primo sabato. La seconda settimana è definita purificativa. La virtù di riferimento è la speranza e durante questa settimana si individua un impegno da prendersi per vivere più strettamente la relazione col Signore e coi fratelli. Impegno di purificazione, che viene definito come un piccolo “no” per raggiungere il grande “sì” della nostra vita. La terza settimana è definita unitiva o comunionale e la virtù di riferimento è la carità. Durante questa terza settimana si cerca in maniera più intensa di prendersi cura dei fratelli, in particolare della persona di cui si è “folletto”. La terza ed ultima settimana termina con la lettura della lettera al folletto e con la condivisione su come sono andate le tre settimane, ringraziando il Signore per quanto vissuto.

Ogni sabato mattina la comunità si scioglie per tornare nelle proprie case e parrocchie. Ogni domenica sera la comunità si ritrova per un incontro/lancio della settimana che si sta per vivere.

Si elegge, oltre alla domenica, una serata durante la settimana che verrà definita comunitaria.

La preghiera delle tre settimane è la seguente (schema da adattare in base ai partecipanti alla convivenza):

  • preghiera del mattino, con un salmo invitatorio, il Vangelo del giorno, un breve commento, l’invocazione allo Spirito, un tempo di silenzio e un’orazione finale tratta dal RICA (orazioni di esorcismo o di benedizione);
  • preghiera della sera, consistente nella compieta, in cui si inserisce al posto dell’esame di coscienza la risonanza sulla parola del giorno.
  • la possibilità (libera) di partecipare all’Eucarestia quotidiana in parrocchia (a Case Finali o altrove);
  • la possibilità (libera) di recitare insieme ora media e vespri ad orari stabiliti;
  • l’adorazione eucaristica l’ultimo giovedì durante la quale si scrive la lettera al folletto (e si prega per lui) e si fa memoria delle grazie ricevute durante le tre settimane (e durante tutta la vita, sull’esempio della contemplatio ad amorem suggerita da Ignazio di Loyola).

E’ importante essere fedeli alla preghiera essenziale (mattino e sera) anche se poca, senza rendere obbligatori troppi momenti. I ragazzi hanno così modo di sovrabbondare in maniera spontanea e naturale. Il cammino spirituale è infatti molto più naturale di quanto si pensi.

Servizi

I servizi da suddividere tra i ragazzi sono i seguenti (schema approssimativo in base ai partecipanti): fotografo, sacrestano/liturgista, salmista e lettore (quotidiani), cassiere.

Non sono previsti turni per il lavaggio piatti e servizi a tavola o pulizia casa, in quanto si vuole investire sulla responsabilità e capacità di mettersi in gioco di ciascuno.

Nella prima sera si sorteggia il cosiddetto “folletto” che sarà la persona per la quale si pregherà in modo speciale e godrà delle nostre attenzioni, in maniera segreta. L’ultimo giorno delle tre settimane viene svelato tutto con la lettura della lettera al folletto.

Esperienza e canto

Anziché investire su discorsi e dibattiti, su trasmissione di concetti e discussioni, questa proposta investe sull’esperienza concreta di vita cristiana (preghiera e vita comune) e verifica di questa esperienza con colloqui settimanali con la guida spirituale della convivenza. Durante i colloqui si può verificare come sta andando la vita comune, come va la preghiera, come sta il ragazzo/a, quali fatiche e quali scoperte sta vivendo.

Altro elemento fondamentale è il canto. Un’accurata selezione di canti diviene una grande catechesi su temi di vita cristiana. Inni cristologici o che spiegano i divini misteri possono accompagnare i momenti di preghiera. Anche la liturgia delle ore può essere cantata, cosicché i ragazzi siano introdotti al canto (e non la recita soltanto) dell’ufficio divino.

Durante le tre domeniche sere può giovare invitare ospiti che siano testimoni di quanto si cercherà di vivere nella settimana che sta iniziando.

Prima settimana illuminativa

Icona: Gesù e il suo amico

Parola: Gv 15 Io ho scelto voi

Termina il sabato con una professione di fede e un impegno.

La prima serata comunitaria può essere una serata di svago o gioco, così che vi sia un crescendo nelle tre serate comunitarie (1^: gioco, 2^: attività poltrona rossa, 3^: adorazione eucaristica).

Seconda settimana purificativa

Icona: Il Crocifisso

Parola:  Lc 4 Tentazioni

Purificazione: degli occhi, icona;

dell’udito, cercare maggiormente il silenzio;

della mente, attenzione ai pensieri;

del cuore, attenzione ai sentimenti, cosa si muove.

Proposta per serata comunitaria: attività della poltrona rossa.

Tutti scrivono almeno due qualità di tutti su foglietti nominali (uno per ogni ragazzo). A turno ci si siede sulla poltrona rossa e tutti dicono quanto scritto sulla persona seduta sulla poltrona rossa. Si dicono solo qualità (positive quindi).

Termina il sabato mattina con richiesta di perdono alla comunità al momento delle lodi. 

Terza settimana unitiva

Icona: Trinità di Rublev

Parola: Mc 12, 41-44 Obolo della vedova.

Ultimo giovedì adorazione notturna (ore 22.00-01.00).

Termina con la consegna e lettura della lettera scritta al “fratellino” da parte del folletto.

Durante l’adorazione è bene anche fare memoria di tutto il bene ricevuto durante le tre settimane e durante la propria vita (contemplatio ad amorem). È conveniente che la preghiera duri almeno un’ora.

Verso la fine della settimana sarà necessario dare le coordinate per ritornare alla vita ordinaria (dopo la convivenza), e tenere fissi alcuni paletti, quali preghiera personale, liturgia, accompagnatore spirituale, sacramenti…

Componenti della convivenza

È opportuno che i componenti della convivenza non siano un numero troppo elevato (non più di 12-14). Sarebbe bene anche che non fossero tutti della stessa parrocchia, ma al massimo gruppetti di due o tre.

Altre attività

Vista la vicinanza dell’ospedale, giova molto andare a visitare i malati almeno un paio di volte nelle tre settimane.

Vivere l’ospitalità verso i c.d. supervenientes o verso persone invitate è un altro aspetto importante della vita cristiana. Tale ospitalità però non deve influire negativamente sui ritmi di preghiera e di sonno, e cioè: chi viene in visita si adatti ai ritmi della comunità senza ostacolarli.

Accompagnatori spirituali e guide

La presenza di una guida/padre della comunità è essenziale. Non c’è comunità senza una persona che possa guidarla.

La guida deve tenere presente però che non deve essere lei a decidere in solitudine, ma aiutare i ragazzi nel discernimento comunitario, ad esprimere il proprio parere.

È importante stare con i ragazzi in maniera gratuita e libera, così da condividere questa esperienza fino in fondo con i ragazzi senza chiamarsi fuori da eccessivi impegni. I colloqui più belli sono infatti quelli imprevisti e in momenti non canonici.

Allo stesso tempo è importante aiutare, specialmente i più piccoli o coloro che non hanno mai avuto un accompagnatore spirituale, a confrontarsi periodicamente tramite colloqui.

È necessaria anche la presenza di un confessore, programmata e annunciata per tempo, che è opportuno non sia la guida stessa.

Indicazione di un nodo problematico

I nodi problematici sono molti, qui segnaliamo in particolare la difficoltà a costruire relazioni a tutti i livelli. Osservando i giovani e soprattutto gli adolescenti, quella più urgente appare la difficoltà nella costruzione della relazione affettiva e sessuale, minata alle radici dalla confusione sull’identità della persona, che si sta diffondendo a livello culturale.

La società trasmette messaggi e comportamenti che sembrano offuscare il senso dell’amore vero. La scuola offre brevi corsi pre-confezionati di educazione all’affettività, che non sono altro che una mera “pubblicità” all’uso dei contraccettivi onde evitare malattie. Anche il disagio vissuto in famiglia, sembra andare in questo senso. Del loro mondo affettivo spesso, gli adolescenti, parlano solo fra coetanei o attraverso i media o gli spazi “non controllabili” del mondo virtuale. In questo contesto la famiglia sembra aver delegato il suo ruolo educativo lasciando alle altre agenzie tale compito.

Vie attivate per il superamento delle difficoltà

I genitori e gli educatori hanno a cuore la crescita integrale della persona ed è  indispensabile un lavoro di accompagnamento, condiviso dalla pastorale familiare, giovanile, vocazionale.

Il percorso diocesano della durata di almeno due anni chiamato “Coppie in costruzione” è un esempio di accompagnamento alle giovani coppie a vivere bene l’esperienza dell’affettività. Il percorso guidato da sposi, sia giovani sia con più anni di esperienza, e religiosi/e è un’occasione per le coppie di giovani innamorati per prendere maggior consapevolezza della loro identità, del valore sessualità, e della bellezza del progetto di Dio sulla famiglia o sulla vita consacrata.

Sarebbe auspicabile che il lavoro condiviso iniziasse fin dai primi anni di catechismo, con il coinvolgimento dei genitori. Ci si sta attivando con piccole collaborazioni fra Uffici Pastorali.

Ricordiamo infine che esistono anche altri percorsi in Diocesi, ad esempio uno promosso dall’Azione cattolica diocesana rivolto alle giovani coppie di fidanzati.

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